Comprendere l’importanza dell’attributo nofollow è fondamentale per mantenere l’integrità del profilo di link del tuo sito e ottimizzare le tue strategie SEO. L’attributo nofollow è stato introdotto nel 2005 come risposta al problema dello spam nei commenti sui blog. In passato, infatti, i professionisti del SEO cercavano di manipolare il PageRank di Google nei loro siti, così come tentavano di influenzare altri aspetti dell’algoritmo.
In sostanza, il nofollow comunica a Google (o a qualsiasi altro motore di ricerca che supporta questo attributo) di non garantire per il link di destinazione. Sebbene in origine fosse utilizzato a livello di pagina tramite il tag meta (<meta name=”robots” content=”nofollow” />), oggi è molto più comune trovarlo applicato ai singoli link.
Cosa significa Nofollow?
L’attributo nofollow è un valore di relazione (rel) che si utilizza nei collegamenti per indicare ai motori di ricerca come Google di non trasferire valore dal sito sorgente a quello di destinazione. La sintassi di base è: <rel="nofollow">
. Questo approccio è utile per controllare il comportamento dei motori di ricerca rispetto a specifici link.
Relazione tra la pagina sorgente e quella di destinazione
Un attributo rel definisce il tipo di relazione tra la pagina in cui è posizionato il link e la pagina di destinazione. Un esempio di link con nofollow applicato è il seguente:
<a href="https://www.esempio.com/prodotto" rel="nofollow">questo prodotto</a>
In questo caso, il collegamento rimane cliccabile per gli utenti, ma i motori di ricerca non trasferiranno “autorità” o “PageRank” al sito di destinazione.
Indicazioni di Google sull’utilizzo del nofollow
Google raccomanda di utilizzare il valore nofollow quando altre opzioni non si applicano e si preferisce che:
- Google non associ il sito sorgente a quello di destinazione.
- Google non effettui il crawl della pagina di destinazione attraverso il sito sorgente.
Per i link interni al proprio sito, è invece consigliabile utilizzare il file robots.txt
con la regola disallow
.
Esempio di utilizzo del file
robots.txt
per bloccare il crawling:User-agent: *
Disallow: /cartella-da-escludere/
Il nofollow non garantisce l’invisibilità
Un punto importante da chiarire è che l’uso dell’attributo nofollow non garantisce che Google non trovi la pagina collegata. Infatti:
- Google può comunque scoprire e indicizzare i link nofollow.
- La questione riguarda principalmente il PageRank: un link nofollow, in teoria, non passa valore.
PageRank e nofollow
Il PageRank è un sistema sviluppato da Google per misurare l’importanza delle pagine web in base alla quantità e alla qualità dei link in entrata. Sebbene l’accesso pubblico al punteggio di PageRank sia stato rimosso nel 2016, si ritiene che continui a essere utilizzato dagli ingegneri di Google per classificare le pagine.
Un’osservazione interessante di Dixon Jones, esperto SEO, sottolinea che:
“Anche se il punteggio di PageRank non è più visibile pubblicamente, è probabile che sia ancora incorporato in molti sistemi di Google.”
Quando utilizzare l’attributo nofollow?
Riassumendo, l’attributo nofollow dovrebbe essere utilizzato nei seguenti casi:
- Collegamenti sponsorizzati o pubblicitari: Per evitare penalizzazioni SEO, indica ai motori di ricerca che si tratta di link promozionali.
- Link generati dagli utenti: Proteggi il tuo sito da contenuti di spam.
- Fonti poco affidabili: Non trasmettere valore a siti o risorse di cui non sei certo della qualità.
Conoscere l’attributo nofollow e i suoi limiti è fondamentale per gestire in modo efficace la strategia SEO e proteggere la reputazione del tuo sito web.
Nofollow diventa un suggerimento
L’evoluzione dell’attributo nofollow
Nel marzo 2020, Google ha annunciato una modifica importante: il nofollow è passato dall’essere un comando rigido a un semplice “suggerimento”. Questo significa che, utilizzando l’attributo nofollow, si comunica a Google la preferenza di non trasferire PageRank attraverso un determinato link, ma non si garantisce che questa indicazione venga seguita. In altre parole, Google può scegliere di ignorare la preferenza espressa dal webmaster e considerare comunque il link.
Questa notizia ha confermato ciò che molti professionisti SEO già sospettavano: il nofollow non offre una certezza assoluta, ma rappresenta un’indicazione che Google potrebbe o meno rispettare.
Bing e la gestione del nofollow
È interessante notare che Bing ha dichiarato di aver sempre trattato l’attributo nofollow come un suggerimento, mai come una direttiva rigida. Questo approccio sottolinea la differenza tra i principali motori di ricerca nella gestione dei link e rafforza l’importanza di una strategia SEO che tenga conto di tali variazioni.
L’introduzione di nuovi attributi rel
Contestualmente all’annuncio sul nofollow, Google ha introdotto due nuovi attributi rel
per identificare meglio l’intento dei link:
- rel=”sponsored” Questo attributo è progettato per indicare i link relativi a contenuti sponsorizzati o pubblicitari. È particolarmente utile per distinguere chiaramente i link generati a scopo commerciale, garantendo trasparenza e conformità alle linee guida di Google.
- Esempio: Un blog di viaggi che promuove un’agenzia turistica dovrebbe utilizzare
rel="sponsored"
nei link che portano al sito dell’agenzia.
- Esempio: Un blog di viaggi che promuove un’agenzia turistica dovrebbe utilizzare
- rel=”ugc” Questo attributo identifica i link generati dagli utenti (User-Generated Content). È ideale per piattaforme che permettono commenti, recensioni o contenuti scritti dagli utenti, poiché consente di separare questi collegamenti da quelli creati dagli amministratori del sito.
- Esempio: Un forum di discussione sui videogiochi potrebbe applicare
rel="ugc"
ai link inseriti nei post degli utenti.
- Esempio: Un forum di discussione sui videogiochi potrebbe applicare
Consigli pratici per l’uso del nofollow e dei nuovi attributi
- Usa il nofollow con strategia: Anche se ora è considerato un suggerimento, l’attributo nofollow rimane un’opzione valida per limitare la trasmissione di PageRank verso link esterni.
- Sfrutta i nuovi attributi rel: Includere
rel="sponsored"
erel="ugc"
migliora la chiarezza e la trasparenza dei tuoi collegamenti, aiutando Google a comprendere meglio il contesto. - Monitora i risultati: Utilizza strumenti come Google Search Console per verificare come Google interpreta i tuoi link e apporta modifiche se necessario.
- Educa il tuo team: Se gestisci un sito con più collaboratori, assicurati che comprendano l’uso corretto di questi attributi per mantenere coerenza e conformità.
La gestione corretta dei link con gli attributi nofollow, sponsored e ugc non solo protegge la tua autorità SEO, ma offre anche maggiore controllo sui segnali inviati ai motori di ricerca. Adottare queste best practice può fare la differenza nella tua strategia di ottimizzazione.
Quando utilizzare l’attributo rel=”sponsored”
L’attributo rel="sponsored"
è stato introdotto da Google per aiutare i proprietari di siti web a distinguere chiaramente i link che sono frutto di sponsorizzazioni, collaborazioni o scambi commerciali. L’uso corretto di questo attributo è fondamentale per rispettare le linee guida di Google e garantire la trasparenza nei confronti dei motori di ricerca e degli utenti.
Cos’è l’attributo rel=”sponsored”?
Questo attributo segnala ai motori di ricerca che il link è stato generato in cambio di un pagamento, un servizio o un altro tipo di compenso. Non solo protegge il tuo sito da potenziali penalizzazioni, ma migliora anche la tua reputazione come creatore di contenuti trasparenti.
Quando applicare rel=”sponsored”?
Ecco i contesti principali in cui questo attributo dovrebbe essere utilizzato:
- Pubblicità e banner
Tutti i link inseriti all’interno di annunci pubblicitari o banner devono includere l’attributorel="sponsored"
per indicare che fanno parte di una campagna pubblicitaria.- Esempio: Un banner che promuove un servizio di hosting con un link diretto al sito del provider dovrebbe includere l’attributo
rel="sponsored"
.
- Esempio: Un banner che promuove un servizio di hosting con un link diretto al sito del provider dovrebbe includere l’attributo
- Post o articoli sponsorizzati
Quando pubblichi un articolo o un post sul blog come parte di una collaborazione pagata, tutti i link esterni legati alla sponsorizzazione devono avere questo attributo.- Esempio: “Ho ricevuto un compenso per recensire il prodotto <a href=’https://www.esempio.com/prodotto’ rel=’sponsored nofollow’>XYZ</a>.”
- Link di affiliazione
I collegamenti creati nell’ambito di un programma di affiliazione rientrano nella categoria dei link sponsorizzati. Anche in questo caso, l’attributorel="sponsored"
è necessario per evitare problemi con le linee guida di Google.- Esempio: Un blog di viaggi che promuove una piattaforma di prenotazione alberghiera tramite link di affiliazione deve utilizzare l’attributo
rel="sponsored"
.
- Esempio: Un blog di viaggi che promuove una piattaforma di prenotazione alberghiera tramite link di affiliazione deve utilizzare l’attributo
- Collaborazioni commerciali
Qualsiasi link inserito come parte di una collaborazione commerciale, come scambi di prodotti o servizi, deve essere contrassegnato come sponsorizzato.- Esempio: Se ricevi un prodotto in omaggio per una recensione, i link che rimandano al sito del produttore devono includere
rel="sponsored"
.
- Esempio: Se ricevi un prodotto in omaggio per una recensione, i link che rimandano al sito del produttore devono includere
- Link scambiati per denaro, beni o servizi
Se il link è stato generato in cambio di un compenso economico, servizi o prodotti, l’utilizzo dell’attributo è obbligatorio per rispettare le regole di trasparenza.
Esempio pratico di codice
Ecco come dovrebbe apparire un link con l’attributo rel="sponsored"
:
<a href="https://www.esempio.com/prodotto" rel="sponsored nofollow">Scopri di più</a>
In questo caso, il link comunica chiaramente ai motori di ricerca che è sponsorizzato e non trasferisce “link juice” al sito di destinazione.
Consigli per l’uso corretto di rel=”sponsored”
- Combina rel=”sponsored” con rel=”nofollow”
Per maggiore sicurezza, soprattutto nel caso di link che non vuoi influenzino il ranking di ricerca, puoi utilizzare entrambi gli attributi (rel="sponsored nofollow"
). - Mantieni la trasparenza con gli utenti
Informare i lettori che un contenuto è sponsorizzato contribuisce a costruire fiducia e credibilità. - Controlla regolarmente i tuoi link sponsorizzati
Usa strumenti come Google Search Console per assicurarti che i tuoi link sponsorizzati siano correttamente etichettati. - Rispetta le linee guida di Google
L’uso improprio dei link sponsorizzati può portare a penalizzazioni, quindi è importante seguire con attenzione le regole fornite.
L’attributo rel="sponsored"
non solo aiuta a rispettare le linee guida di Google, ma protegge anche il tuo sito e il suo posizionamento SEO. Applicarlo in modo corretto ti permette di creare un rapporto trasparente con i tuoi lettori e di mantenere un profilo di link naturale e autentico.
Quando Utilizzare l’Attributo rel="ugc"
L’attributo rel="ugc"
è stato introdotto da Google per identificare i contenuti generati dagli utenti, come post sui forum o commenti nei blog. Questo attributo è utile per segnalare ai motori di ricerca che i link presenti in tali contenuti non sono necessariamente approvati dal sito che li ospita.
Quando Applicare il rel="ugc"
Ci sono situazioni specifiche in cui l’utilizzo di questo attributo è consigliato:
- Link nelle sezioni dei commenti
Se il tuo blog consente agli utenti di lasciare commenti, i link inseriti in queste sezioni dovrebbero utilizzare l’attributorel="ugc"
.
Esempio: Un utente commenta un tuo articolo e include un link a una risorsa esterna. - Link nei post dei forum
Nei forum, gli utenti possono spesso aggiungere link nei loro messaggi. Questi dovrebbero essere etichettati come contenuti generati dagli utenti.
Esempio: Un utente avvia una discussione su un forum e aggiunge un link a un articolo esterno. - Link nei profili o biografie degli utenti
Molti siti consentono agli utenti di creare profili che includono link ai loro siti personali. Questi link rientrano nella categoria dei contenuti generati dagli utenti e dovrebbero essere trattati conrel="ugc"
.
Esempio: Un utente si registra su un sito e include un link al proprio portfolio online. - Link in recensioni o testimonianze inviate dagli utenti
Se gli utenti possono lasciare recensioni o testimonianze che includono link, è importante applicare l’attributorel="ugc"
.
Esempio: Un utente recensisce un prodotto e fornisce un link a una risorsa correlata.
Come Implementare il rel="ugc"
L’inserimento dell’attributo avviene nel codice HTML del link. Ecco un esempio pratico:
<a href="https://www.esempio.com/prodotto" rel="ugc nofollow">Questo prodotto</a>
In questo esempio, il link indica sia che è generato dall’utente (ugc
) sia che non viene approvato o supportato direttamente dal sito (nofollow
).
Consigli per l’Uso del rel="ugc"
- Combina
ugc
enofollow
quando necessario
Se non desideri trasferire autorità ai link generati dagli utenti, puoi utilizzare entrambi gli attributi contemporaneamente. Questo protegge il tuo sito da potenziali penalizzazioni e abusi. - Valuta la qualità dei contenuti generati dagli utenti
Non tutti i contenuti generati dagli utenti sono affidabili. Implementa un sistema di moderazione per approvare commenti e link prima che vengano pubblicati. - Utilizza strumenti per monitorare i link
Strumenti come Google Search Console o Ahrefs possono aiutarti a identificare i link generati dagli utenti e verificare se sono etichettati correttamente.
Quando Usare Solo il nofollow
Se i tuoi link non rientrano nella categoria dei contenuti generati dagli utenti (ugc
) o sponsorizzati (sponsored
), ma desideri comunque indicare a Google di non approvarli, puoi semplicemente utilizzare il nofollow.
Esempio: Un link esterno in un articolo non sponsorizzato ma che non ritieni del tutto affidabile.
L’attributo rel="ugc"
è uno strumento prezioso per gestire i contenuti generati dagli utenti in modo trasparente ed evitare che i link indesiderati influenzino negativamente il tuo sito. Applicarlo correttamente ti consente di migliorare la qualità del tuo profilo di link, mantenendo al contempo una buona esperienza per gli utenti.
Quando utilizzare rel=”nofollow”
L’attributo rel="nofollow"
è stato originariamente introdotto per indicare ai motori di ricerca che un determinato link non dovrebbe trasferire PageRank, il valore di autorità SEO. Tuttavia, con l’introduzione di nuovi attributi come rel="sponsored"
e rel="ugc"
, l’uso del nofollow si è evoluto, diventando una soluzione da utilizzare solo in situazioni specifiche. Ecco una panoramica approfondita su quando e come utilizzarlo.
Il ruolo attuale di rel=”nofollow”
Google ha aggiornato le sue linee guida, chiarendo che il nofollow deve essere utilizzato quando gli altri due attributi (rel="sponsored"
e rel="ugc"
) non sono applicabili, ma si desidera comunque impedire il passaggio di PageRank.
Ad esempio:
- Se hai un link verso una risorsa esterna che non desideri supportare attivamente ma che vuoi citare, il nofollow è appropriato.
- Per i link che non rientrano nelle categorie di sponsorizzazione o contenuti generati dagli utenti.
È ancora corretto usare nofollow al posto di altri attributi?
Sebbene non sia la soluzione preferita da Google, è accettabile continuare a utilizzare il nofollow laddove necessario. Se hai usato il nofollow in passato al posto degli attributi più recenti, non è indispensabile correggere retroattivamente questi link, ma è consigliabile iniziare a classificare correttamente i link da ora in avanti.
- Esempio pratico: Se in passato hai utilizzato
rel="nofollow"
su un link sponsorizzato, non è necessario cambiarlo immediatamente inrel="sponsored"
. Tuttavia, per i futuri link sponsorizzati, è meglio utilizzare l’attributo corretto.
Consigli per una corretta gestione dei link in uscita
1. Comprendere le categorie di attributi
- rel=”nofollow”: Per link che non devono passare autorità e non rientrano nelle altre categorie.
- rel=”sponsored”: Per i link derivanti da campagne pubblicitarie o collaborazioni.
- rel=”ugc”: Per link generati dagli utenti, come nei commenti o nei forum.
2. Evitare errori di categorizzazione
Se non sei sicuro di quale attributo utilizzare, considera:
- La natura del contenuto.
- Il livello di fiducia nella risorsa collegata.
3. Adotta una strategia proattiva
Per un sito ottimizzato e in linea con le linee guida di Google:
- Fai un audit dei link esistenti per identificare eventuali anomalie.
- Utilizza strumenti SEO come Screaming Frog o Google Search Console per monitorare i link in uscita.
L’uso corretto di rel="nofollow"
e degli altri attributi non è solo una questione tecnica, ma un’opportunità per dimostrare la qualità del tuo sito e il rispetto delle linee guida SEO. Una gestione precisa dei link in uscita migliora l’affidabilità del tuo dominio, favorendo una crescita organica a lungo termine.
Ecco una tabella che evidenzia le principali differenze tra link nofollow, link sponsored e link UGC:
Tipologia di Link | Scopo Principale | Attributo HTML | Quando Utilizzarlo |
---|---|---|---|
Nofollow | Indica ai motori di ricerca di non seguire il link. | rel="nofollow" | Per collegamenti a siti di cui non si vuole passare “autorità” o fiducia, come link non verificati o commenti spam. |
Sponsored | Segnala che il link è stato creato come parte di una sponsorizzazione o pubblicità. | rel="sponsored" | Per link che fanno parte di contenuti a pagamento, come post sponsorizzati, annunci pubblicitari o accordi commerciali. |
UGC (User Generated Content) | Indica che il link è stato creato da utenti e non dall’amministratore del sito. | rel="ugc" | Per link in contenuti generati dagli utenti, come forum, commenti o recensioni, dove non sempre si ha pieno controllo sulla qualità dei collegamenti. |
Cosa Si Intende per Link a Pagamento?
Un link a pagamento è un concetto che genera opinioni contrastanti nel mondo del SEO. Comprendere cosa rientra nella definizione di link a pagamento è cruciale per evitare penalizzazioni da parte di Google. Di seguito, esploriamo la definizione ufficiale e i contesti in cui Google considera un link come “pagato”.
Definizione di Link a Pagamento secondo Google
Google definisce i link a pagamento come:
“…lo scambio di denaro per link, o di post che contengono link; lo scambio di beni o servizi per link; oppure l’invio di un prodotto ‘gratuito’ in cambio della scrittura di un articolo che includa un link.”
Questa definizione evidenzia diverse situazioni che possono portare un link a essere considerato pagato. Ad esempio:
- Scambio di denaro per link: Acquistare link direttamente da un webmaster.
- Scambio di beni o servizi: Offrire un prodotto o servizio in cambio di un collegamento ipertestuale.
- Prodotti gratuiti per articoli: Inviare campioni gratuiti a un blogger o influencer, aspettandosi in cambio una recensione che includa un link.
Chiarire i Malintesi sui Link a Pagamento
Spesso c’è confusione riguardo a cosa costituisca un link a pagamento. Alcuni credono erroneamente che, se non hanno pagato direttamente un webmaster per inserire un link, ma hanno invece pagato per pubblicare un contenuto che contiene il link, questo non venga considerato a pagamento. Tuttavia, secondo Google, entrambe le situazioni rientrano nella definizione di link a pagamento.
Esempi pratici
- Acquisto diretto di link:
- Una società di e-commerce paga un blog per aggiungere un link in un articolo già esistente.
- Scambio di servizi per link:
- Un’agenzia SEO offre servizi di consulenza gratuita in cambio di un link sul sito del cliente.
- Prodotti gratuiti per recensioni:
- Un brand di tecnologia invia un nuovo dispositivo a un influencer chiedendo una recensione con link al sito ufficiale.
Consigli per Evitare Penalizzazioni sui Link a Pagamento
- Utilizza l’attributo nofollow o sponsored: Quando un link è generato attraverso una transazione economica o uno scambio di beni/servizi, aggiungi
rel="nofollow"
orel="sponsored"
per indicare a Google che si tratta di un link pagato.- c:
<a href="https://www.esempio.com" rel="sponsored">Scopri di più</a>
.
- c:
- Trasparenza con gli utenti: Comunica apertamente eventuali collaborazioni con brand o aziende nel contenuto dell’articolo, utilizzando frasi come: “Questo articolo è sponsorizzato da [Nome Brand].”
- Evita pratiche manipolative: Non tentare di mascherare link a pagamento come organici, poiché Google potrebbe penalizzarti gravemente.
I link a pagamento, se gestiti in modo scorretto, possono avere un impatto negativo sulla tua strategia SEO. È essenziale riconoscere quando un link rientra in questa categoria e applicare le giuste pratiche per proteggere la tua reputazione online. La trasparenza e il rispetto delle linee guida di Google sono fondamentali per mantenere la fiducia sia degli utenti che dei motori di ricerca.
Schemi di Link: Come Evitarli e Rispettare le Linee Guida di Google
Gli schemi di link rappresentano un comportamento che viola le linee guida di Google, con l’obiettivo di manipolare i ranking nei risultati di ricerca. È fondamentale comprendere cosa costituisca uno schema di link e adottare pratiche etiche per mantenere una strategia SEO sostenibile.
Che cosa sono gli schemi di link?
Gli schemi di link sono attività o strategie finalizzate a ottenere link non naturali al fine di migliorare il posizionamento di un sito web nei motori di ricerca. Di seguito, esploriamo le principali pratiche che costituiscono uno schema di link.
Acquisto o vendita di link a scopo di posizionamento
- Cosa significa: Include qualsiasi scambio di denaro, beni o servizi per ottenere link.
- Esempio pratico: Pagare un blog per includere un link all’interno di un articolo o fornire un prodotto gratuito in cambio di un link.
- Consiglio: Se ricevi compensi per un link, utilizza sempre l’attributo
rel="nofollow"
orel="sponsored"
per evitare penalizzazioni.
Scambi eccessivi di link
- Cosa significa: Lo scambio di link reciproci (“Linka me e io linkerò te”) o la creazione di pagine partner esclusivamente per il cross-linking.
- Esempio pratico: Creare una rete di siti che si collegano tra loro senza reale valore per l’utente.
- Consiglio: Costruisci collegamenti naturali attraverso contenuti di qualità che attraggano link spontanei.
Uso di programmi automatizzati per generare link
- Cosa significa: Utilizzo di software o servizi per creare link in modo massiccio e automatico.
- Esempio pratico: Strumenti che pubblicano migliaia di link su directory o commenti nei forum.
- Consiglio: Evita qualsiasi programma che prometta “link facili” o “posizionamenti garantiti”.
Pubblicità e link sponsorizzati non dichiarati
Articoli pubblicitari e link ottimizzati
- Cosa significa: Pubblicare contenuti sponsorizzati o articoli con link ottimizzati che passano valore di ranking.
- Esempio pratico: Un post su un blog che include frasi come “I migliori anelli da matrimonio” con un link diretto a un venditore specifico senza utilizzare un attributo nofollow.
- Consiglio: Per link sponsorizzati, utilizza sempre
rel="sponsored"
per rispettare le linee guida di Google.
Pubblicità nascosta
- Cosa significa: Link nascosti o incorporati in widget, footer, o template distribuiti su più siti.
- Esempio pratico: Aggiungere link ottimizzati nella firma dei commenti di un forum, ad esempio:
- “Grazie per l’informazione!”
- – Mario, pizzeria migliore Roma pizzaeconomica.
- Consiglio: Inserisci link solo dove aggiungono valore e contestualità al contenuto.
Creazione di contenuti di bassa qualità per manipolare i link
- Cosa significa: Pubblicare articoli privi di coerenza o valore, pensati solo per ospitare link.
- Esempio pratico:
- “La maggior parte delle persone dorme di notte. Puoi comprare coperte economiche nei negozi. Una coperta ti tiene caldo di notte. Puoi anche comprare un riscaldatore all’ingrosso.”
- Consiglio: Concentrati su contenuti originali e utili che attraggano naturalmente link di qualità.
Come evitare penalizzazioni?
- Usa gli attributi corretti: Se i link sono sponsorizzati o generati dagli utenti, assicurati di utilizzare
rel="nofollow"
,rel="ugc"
orel="sponsored"
. - Monitora i tuoi link: Utilizza strumenti come Google Search Console per individuare link sospetti o di bassa qualità.
- Investi nei contenuti: La creazione di contenuti autentici e di valore è il modo migliore per guadagnare link in modo naturale.
Seguire le linee guida di Google non solo protegge il tuo sito da penalizzazioni, ma rafforza anche la tua credibilità e autorità nel lungo termine.
Quando Non Utilizzare l’Attributo Nofollow
L’attributo nofollow è una risorsa potente per gestire la SEO e la distribuzione del link juice, ma non sempre è necessario utilizzarlo. In alcuni casi, il suo uso eccessivo o improprio può essere controproducente. Di seguito analizziamo le situazioni in cui non è opportuno applicare il nofollow, con esempi e consigli pratici per evitare errori comuni.
Link naturali e autentici
Se stai inserendo un link perché ritieni che sia una risorsa utile per i tuoi utenti, e non hai ricevuto alcun compenso o incentivo per farlo, non è necessario utilizzare il nofollow. I link autentici, nati da un reale apprezzamento per il contenuto, arricchiscono il tuo sito e migliorano l’esperienza utente.
- Esempio: Un articolo che consiglia libri su un tema specifico, come la psicologia, potrebbe includere link a risorse affidabili, come le pagine ufficiali degli editori o autori rinomati. In questi casi, è corretto utilizzare un link dofollow.
Evita l’eccessivo timore delle penalizzazioni
Alcuni webmaster, per paura di essere penalizzati dai motori di ricerca, applicano indiscriminatamente il nofollow a tutti i link in uscita. Questo approccio, oltre a essere inutile, può limitare la qualità del tuo contenuto e ridurre l’autenticità del tuo sito.
- Esempio errato: Un blog che discute ricette applica nofollow ai link verso fonti autorevoli come siti di chef o organizzazioni culinarie. Questo comportamento non è necessario e potrebbe dare l’impressione di contenuti poco curati.
Quando il nofollow è superfluo
Non applicare il nofollow se il link non ha lo scopo di manipolare il PageRank o i risultati di ricerca. I motori di ricerca, come Google, penalizzano solo i comportamenti che violano le loro linee guida, come il link building non etico o l’acquisto di link.
- Consiglio pratico: Prima di aggiungere un link, chiediti:
- È un contenuto rilevante per il mio pubblico?
- È stato inserito spontaneamente, senza alcun accordo economico o scambio?
- Rappresenta una fonte attendibile e di qualità?
Se la risposta a queste domande è “sì”, non c’è motivo di utilizzare il nofollow.
Evitare il nofollow su link interni
Un errore comune è applicare l’attributo nofollow ai link interni del sito. Questo può danneggiare la struttura del sito e la distribuzione del PageRank tra le pagine, compromettendo la tua strategia SEO.
- Esempio: Se una pagina del tuo blog rimanda a un articolo correlato, come “Come gestire lo stress”, non applicare il nofollow. Questi link interni migliorano la navigazione e aiutano i motori di ricerca a comprendere meglio la gerarchia dei tuoi contenuti.
L’attributo nofollow è uno strumento potente, ma il suo abuso può ridurre l’efficacia dei tuoi link e danneggiare la percezione del tuo sito. Usalo con discernimento e solo quando strettamente necessario. Ricorda: un link autentico e spontaneo è un segnale positivo sia per gli utenti che per i motori di ricerca.
Che dire del Dofollow?
Esiste davvero il Dofollow?
Tecnicamente, l’attributo “dofollow” non esiste. Se un link non include esplicitamente l’attributo rel="nofollow"
, è automaticamente seguito dai motori di ricerca. Ciò significa che il valore o il “link juice” viene trasferito alla pagina di destinazione, contribuendo al suo ranking nei risultati di ricerca.
Un’eccezione importante riguarda i link su pagine che utilizzano un meta tag robots
con il valore nofollow
. In questi casi, tutti i link presenti nella pagina saranno considerati nofollow. Per approfondire, Google fornisce una documentazione dettagliata su come funzionano questi meta tag.
Quando non è necessario usare il nofollow
Alcuni webmaster, per paura di incorrere in penalizzazioni da parte di Google, scelgono di applicare il nofollow a tutti i link in uscita. Questo approccio, però, è spesso eccessivo e potrebbe influire negativamente sull’esperienza utente e sulla qualità percepita del tuo sito.
Casi in cui evitare il nofollow è preferibile
- Link verso fonti autorevoli Collegare il tuo sito a fonti affidabili e pertinenti può rafforzare la tua autorevolezza agli occhi degli utenti e dei motori di ricerca.
- Esempio: Un sito di medicina che include link a studi accademici o risorse ufficiali, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dovrebbe mantenere questi link come “follow”.
- Collaborazioni legittime Se collabori con altri siti o fornitori di contenuti in modo genuino, non c’è motivo di applicare il nofollow ai link, a meno che non siano pagati.
- Esempio: Un blogger di viaggi che collabora con un tour operator e cita il loro sito senza un compenso economico diretto.
- Link interni Applicare il nofollow ai link interni è quasi sempre controproducente, poiché impedisce una corretta distribuzione dell’autorità all’interno del sito.
- Esempio: Un e-commerce che collega le pagine prodotto alla sezione blog per approfondimenti dovrebbe mantenere questi link “follow”.
Come gestire i link senza esagerare
L’utilizzo eccessivo del nofollow può dare l’impressione che il tuo sito non sia una risorsa affidabile o che sia esclusivamente orientato a evitare penalizzazioni. Ecco alcuni consigli per trovare un equilibrio:
- Valuta ogni link in uscita: Domandati se il sito di destinazione è pertinente, affidabile e utile per i tuoi utenti. Se la risposta è sì, lascia il link come “follow”.
- Non avere paura di collegarti: Collegarsi a fonti esterne di qualità non ti penalizzerà, anzi, può rafforzare la fiducia degli utenti nel tuo contenuto.
- Utilizza il nofollow solo quando necessario: Per esempio, su link sponsorizzati o contenuti generati dagli utenti.
Il “dofollow” è, di fatto, lo stato predefinito dei link. Utilizzare l’attributo nofollow dovrebbe essere una scelta ponderata e limitata a situazioni specifiche. Ricorda che collegarti a risorse di valore può migliorare la tua credibilità e arricchire l’esperienza dei tuoi visitatori.
Quale valore porta un link con attributo nofollow?
Un link con l’attributo nofollow potrebbe non migliorare direttamente il tuo posizionamento nei motori di ricerca, ma non va sottovalutato. Con la decisione di Google di trattare i link nofollow come “suggerimenti” invece che come direttive rigide, possono comunque avere un impatto indiretto sul tuo SEO e sul traffico organico del sito.
I link nofollow e il profilo di link naturale
Un profilo di link naturale include sia link nofollow che link dofollow. Un sito che non presenta alcun link nofollow potrebbe apparire sospetto agli occhi dei motori di ricerca, dando l’impressione di un profilo costruito artificialmente.
- Esempio: Un blog che pubblica esclusivamente contenuti sponsorizzati con link dofollow rischia di essere penalizzato. Includere link nofollow in questi casi aiuta a preservare un profilo più equilibrato.
I vantaggi dei link nofollow sul traffico
Nonostante non trasferiscano autorità diretta (link juice), i link nofollow possono portare un traffico significativo. In particolare, i link provenienti da fonti autorevoli o ad alto volume di traffico, anche se nofollow, sono estremamente preziosi per la visibilità del tuo brand.
- Esempio concreto: Se il New York Times pubblica un articolo con un link nofollow verso il tuo sito, otterrai comunque una grande esposizione. Questo tipo di menzione può tradursi in un aumento considerevole del traffico organico e diretto.
Come sfruttare i link nofollow per la tua strategia
- Costruisci autorevolezza attraverso la visibilità: Anche i link nofollow da siti autorevoli migliorano la percezione del tuo brand, aumentando il tuo riconoscimento nel settore.
- Consiglio: Collabora con blog o testate rilevanti nel tuo settore per ottenere menzioni, anche se nofollow.
- Usa i link nofollow per gestire il rischio SEO: Inserire l’attributo nofollow su link sponsorizzati o verso risorse di dubbia qualità protegge il tuo sito da eventuali penalizzazioni.
- Esempio: Se il tuo sito include una sezione di commenti con link degli utenti, l’aggiunta del nofollow protegge il tuo dominio da potenziali spam.
- Monitora i tuoi link in uscita: Strumenti come Google Search Console ti permettono di analizzare quali link esterni sono stati etichettati come nofollow e di valutare la loro efficacia in termini di traffico.
Perché i link nofollow hanno valore
Non bisogna considerare i link nofollow come “meno importanti”. Anche se non trasferiscono direttamente valore SEO, contribuiscono alla diversificazione del tuo profilo di link, aumentano il traffico e migliorano la visibilità del tuo brand. In un’ottica strategica, è fondamentale bilanciare i link nofollow e dofollow per ottenere benefici sia in termini di SEO che di traffico.
Un link nofollow proveniente da una fonte autorevole come una testata giornalistica può avere un impatto duraturo sulla tua reputazione e sulla crescita del tuo sito. Non perdere l’occasione di sfruttare ogni link come opportunità.
Come Verificare Quanti Link Nofollow Hai?
Monitorare il numero di link nofollow presenti sul tuo sito è fondamentale per comprendere il profilo complessivo dei collegamenti e garantire una strategia SEO equilibrata. Fortunatamente, esistono diversi strumenti che forniscono questa informazione, consentendoti di analizzare sia i link nofollow che quelli dofollow. Vediamo come procedere e quali strumenti utilizzare per ottenere questi dati.
Strumenti per analizzare i link nofollow
Ecco alcuni strumenti principali che ti permettono di verificare il numero di link nofollow sul tuo sito e di analizzarne le caratteristiche:
1. Ahrefs
Ahrefs è uno dei tool più popolari per l’analisi dei backlink. Ti permette di visualizzare il numero totale di link che puntano al tuo sito, distinguendo tra nofollow e dofollow.
- Come usarlo:
- Accedi ad Ahrefs e inserisci il tuo dominio nel campo di ricerca.
- Vai alla sezione “Backlinks” per visualizzare i collegamenti in ingresso.
- Filtra i link selezionando l’opzione “Nofollow” per isolare solo questi tipi di collegamenti.
- Consiglio pratico: Utilizza i dati forniti per identificare eventuali anomalie, come un numero eccessivo di link nofollow, che potrebbe segnalare pratiche SEO poco naturali.
2. Majestic
Majestic è un altro strumento potente per l’analisi dei link. Fornisce informazioni dettagliate sul Trust Flow e Citation Flow dei tuoi backlink, inclusi quelli nofollow.
- Come usarlo:
- Inserisci il tuo dominio e accedi alla sezione “Backlink Analysis”.
- Utilizza i filtri per visualizzare separatamente i link nofollow.
- Esempio d’uso: Se noti che i link nofollow provengono da fonti poco affidabili, puoi considerare di rimuoverli o disconoscerli attraverso la funzionalità di disavow di Google.
3. Semrush
Semrush offre un’analisi approfondita dei backlink, distinguendo tra nofollow e dofollow e fornendo anche informazioni sulla qualità del dominio di origine.
- Come usarlo:
- Accedi a Semrush e inserisci il tuo dominio nella barra di ricerca.
- Vai alla sezione “Backlink Audit” e usa i filtri per distinguere i collegamenti nofollow.
- Consiglio: Usa la funzione di audit per valutare la qualità complessiva del tuo profilo di backlink e pianificare eventuali miglioramenti.
Perché è importante monitorare i link nofollow?
Sapere quanti link nofollow hai è essenziale per diverse ragioni:
- Evitare penalizzazioni: Un numero eccessivo di link nofollow provenienti da fonti di bassa qualità potrebbe insospettire i motori di ricerca.
- Ottimizzare il profilo dei link: Un mix equilibrato di link nofollow e dofollow contribuisce a un profilo di backlink più naturale.
- Identificare opportunità di miglioramento: Analizzando i link nofollow, puoi individuare possibilità di trasformarli in link dofollow, contattando i proprietari dei siti di origine.
Consigli pratici per un controllo efficace
- Esegui audit regolari: Programma verifiche periodiche del tuo profilo backlink con uno strumento di analisi.
- Confronta le fonti dei link: Valuta se i link nofollow provengono da siti autorevoli o da piattaforme di dubbia qualità.
- Intervieni quando necessario: Rimuovi o disconosci link nofollow che potrebbero danneggiare l’immagine del tuo sito.
Monitorare i tuoi link nofollow non solo migliora la tua strategia SEO, ma ti consente anche di mantenere un profilo di backlink sano e competitivo.
Come capire se un link è nofollow?
Determinare se un link è nofollow è essenziale per monitorare la qualità dei collegamenti presenti in una pagina web e per ottimizzare la strategia SEO. Esistono diversi metodi per verificare questa caratteristica, sia manualmente attraverso il codice, sia utilizzando strumenti dedicati. Di seguito, esploreremo entrambi gli approcci con esempi pratici e consigli.
Verifica manuale nel codice HTML
Un metodo semplice per capire se un link è nofollow è ispezionare il codice HTML della pagina. Questo approccio non richiede plugin e offre un controllo diretto. Cerca l’attributo rel="nofollow"
nei link che vuoi analizzare.
Esempio di codice HTML con link nofollow:
<a href="https://www.screamingfrog.co.uk/seo-spider/" target="_blank" rel="noopener noreferrer nofollow">Screaming Frog</a>
<a href="https://www.semrush.com/" target="_blank" rel="noopener noreferrer nofollow">SEMrush</a>
<a href="https://ahrefs.com/" target="_blank" rel="noopener noreferrer nofollow">Ahrefs</a>
<a href="https://majestic.com/" target="_blank" rel="noopener noreferrer nofollow">Majestic</a>
Come controllare il codice:
- Apri il sito web nel browser.
- Fai clic con il tasto destro del mouse sul link che vuoi analizzare.
- Seleziona “Ispeziona elemento” o “Visualizza sorgente pagina” (a seconda del browser).
- Cerca l’attributo
rel="nofollow"
accanto al link.
Utilizzo di strumenti e plugin per identificare i nofollow
Se preferisci un metodo più rapido e visuale, puoi affidarti a strumenti o estensioni del browser che evidenziano i link nofollow direttamente sulla pagina. Ecco alcune soluzioni efficaci:
1. Detailed SEO Extension
Un’estensione gratuita per Chrome che evidenzia automaticamente i link nofollow nella pagina con un’icona o un colore specifico. È utile per chi desidera una panoramica rapida senza entrare nel codice.
2. Ahrefs Chrome Plugin
Questo strumento, oltre a fornire dati avanzati sui link, evidenzia chiaramente i link nofollow all’interno di una pagina web. Ideale per chi già utilizza Ahrefs per l’analisi SEO.
3. Igorware Nofollow Extension
Un’altra estensione leggera che semplifica l’identificazione dei nofollow. È particolarmente utile per chi cerca una soluzione essenziale e veloce.
Consigli pratici per monitorare i link nofollow
- Usa strumenti integrati nella tua strategia SEO: Plugin come Ahrefs e Screaming Frog ti permettono di analizzare interi siti web, identificando automaticamente i link nofollow e fornendo report dettagliati.
- Evita eccessivi plugin: Se il tuo obiettivo è mantenere il sito leggero e veloce, opta per il controllo manuale del codice o utilizza un’unica estensione affidabile.
- Monitora regolarmente i link: Effettua controlli periodici per assicurarti che i link nofollow siano utilizzati correttamente, specialmente in contenuti sponsorizzati o commenti generati dagli utenti.
Esempio pratico
Immagina di avere un blog con una sezione dedicata alle risorse SEO, dove inserisci link a strumenti utili come SEMrush o Screaming Frog. Se desideri evitare di trasferire autorità a questi siti, assicurati che i link siano nofollow. Puoi verificare il loro stato direttamente nel codice HTML o con un’estensione come Detailed SEO Extension.
Con questi strumenti e metodi, sarai in grado di identificare e gestire i link nofollow in modo efficace, ottimizzando la tua strategia SEO e proteggendo il valore del tuo sito web.
Come Decidere: Nofollow o Non Nofollow?
L’utilizzo dell’attributo nofollow è una decisione strategica nel SEO e richiede una valutazione accurata del contesto in cui il link verrà inserito. Qui analizziamo i casi in cui è consigliabile utilizzare un link “follow” o “nofollow”, fornendo esempi pratici per chiarire ogni scenario.
Quando utilizzare link follow
Un link “follow” consente di trasferire valore e autorità (link juice) alla pagina di destinazione. È importante utilizzarlo solo in situazioni appropriate per preservare la credibilità e l’efficacia del tuo sito web.
1. Link verso fonti affidabili
Se stai collegando una risorsa esterna di cui ti fidi e che ritieni utile per i tuoi utenti, un link follow è la scelta ideale.
- Esempio: Un articolo che cita una ricerca scientifica su un sito universitario.
2. Guest post genuini
Quando pubblichi un post di un autore ospite che non è parte di una strategia di link building su larga scala e non è pagato, puoi utilizzare link follow.
- Esempio: Un esperto che scrive un articolo per il tuo blog condividendo conoscenze di valore.
3. Collegamenti a profili social
I link verso profili social possono essere follow, poiché rappresentano un’estensione legittima della presenza online dell’autore o dell’azienda.
- Esempio: Un articolo sul tuo blog che include un link al profilo LinkedIn dell’autore.
Quando utilizzare link nofollow
Un link “nofollow” è necessario quando vuoi impedire il trasferimento di valore SEO a una pagina per proteggere il tuo sito o rispettare le linee guida di Google.
1. Link venduti
Se hai venduto un link come parte di una collaborazione pubblicitaria o sponsorizzazione, è obbligatorio utilizzare l’attributo nofollow (o rel=”sponsored”).
- Esempio: Un post sponsorizzato che promuove un prodotto con link al sito del brand.
2. Contenuti pagati
Se un’azienda o un individuo ti paga per pubblicare i loro contenuti, il link all’interno deve essere nofollow.
- Esempio: Un articolo a pagamento che include un link a un negozio online.
3. Preoccupazioni di penalizzazione
Se sei incerto sulla qualità o sull’affidabilità della risorsa esterna, applica il nofollow per evitare potenziali penalizzazioni SEO.
- Esempio: Collegamenti a un sito che non hai verificato o che ha una reputazione discutibile.
4. Link globali
Se inserisci un link al sito del designer del tuo sito web in tutto il tuo sito (ad esempio nel footer), utilizza il nofollow per evitare di trasferire autorità in modo sproporzionato.
- Esempio: Un link “Progettato da [Nome Azienda]” nel piè di pagina del tuo sito.
5. Widget
I link inseriti nei widget del tuo sito devono essere nofollow per evitare problemi di spam o abuso.
- Esempio: Un widget con link a una risorsa esterna o a uno sponsor.
Consigli pratici per decidere
- Valuta il contesto del link: Chiediti se il link aggiunge valore ai tuoi utenti e se puoi fidarti della risorsa di destinazione.
- Usa strumenti di controllo: Monitora regolarmente i tuoi link in uscita con strumenti come Ahrefs o Google Search Console per assicurarti che siano conformi alle linee guida.
- Bilancia l’uso di follow e nofollow: Un profilo di link naturale include una combinazione equilibrata di entrambe le tipologie.
Seguire queste linee guida ti aiuterà a ottimizzare la strategia di link building del tuo sito, migliorando la sua autorità e proteggendolo da eventuali rischi.
Conclusione
Decidere se utilizzare link “follow” o “nofollow” è una scelta strategica che dipende dal contesto e dagli obiettivi del tuo sito. Usa link “follow” per collegamenti verso fonti affidabili, post di ospiti genuini e profili social, contribuendo a trasferire autorità e valore SEO. Opta invece per link “nofollow” nei casi di link sponsorizzati, contenuti pagati, collegamenti dubbi o globali (come quelli nei widget o nel footer), proteggendo il tuo sito da penalizzazioni e mantenendo un profilo link naturale. Monitorare i link in uscita e bilanciare l’uso di follow e nofollow sono pratiche essenziali per ottimizzare la tua strategia SEO e garantire un’esperienza utente sicura e di valore.