C’è un momento, nella vita di chi produce musica, in cui lo spazio tra un’idea e la sua versione “suonante” si restringe all’improvviso. È quel momento in cui apri splice e senti che non stai semplicemente cercando un loop: stai entrando in un ecosistema creativo che vuole velocizzare il tuo flusso, sostenerti quando l’ispirazione vacilla e offrirti strumenti intelligenti che parlano la tua stessa lingua.

La prima cosa che colpisce è una sensazione precisa: essere nel posto giusto. La libreria è immensa, ma non dispersiva. I filtri sembrano meno filtri e più una bussola che si adatta al tuo modo di produrre, senza ostacolarti.
Poi arriva l’AI. Non invade, non ti sostituisce, non tenta di “fare musica al posto tuo”. Vuole affiancarti, suggerire alternative più coerenti, trovare suoni compatibili, creare combinazioni che riaccendono l’immaginazione proprio nei momenti in cui credi di non avere più nulla da dire. L’AI di Splice non si presenta come magia autonoma, ma come un aiuto concreto che illumina il percorso quando ti senti bloccato.

E mentre navighi tra sample, preset, strumenti virtuali e funzioni nuove, hai la sensazione che ogni elemento sia stato pensato per ridurre l’attrito. Niente barriere inutili. Niente complessità superflue. Niente tempo gettato a cercare “qualcosa che forse funziona”. Se vieni da piattaforme caotiche o dispersive, qui percepisci subito la differenza. Splice non ti travolge: ti accompagna, come un assistente capace di capire cosa ti serve anche quando non lo sai ancora.

Questa recensione nasce esattamente da questo: dall’esperienza diretta di un ambiente che non ti chiede di essere un tecnico impeccabile, ma ti invita a essere più rapido, più intuitivo, più libero nel trasformare un’idea in suono. Ed è questo il motivo per cui splice è diventato più di una libreria: è un’estensione naturale del processo creativo. Adesso possiamo entrare nel dettaglio e scoprire, passo dopo passo, perché funziona così bene.

Cos’è Splice e perché oggi è diventato uno standard per i produttori

Homepage ufficiale di Splice con anteprima della libreria dei sample, categorie Leads, Drums, Strings e pulsante Try Now su interfaccia mobile.

Quando ti avvicini per la prima volta a splice, la sensazione è quella di entrare in uno spazio progettato con una cura quasi maniacale per il flusso creativo. Non un semplice catalogo di suoni, ma un ambiente studiato per aiutarti a trovare, provare, filtrare e modellare ciò che serve a dare concretezza alle tue idee musicali.

Ciò che sorprende, oltre alla quantità immensa dei contenuti, è la percezione di ordine: ogni elemento sembra al posto giusto, come se qualcuno avesse previsto in anticipo quali ostacoli avresti trovato, rimuovendoli uno per uno.

La forza reale di Splice è la sua accessibilità immediata. Non importa se sei un principiante oppure un producer esperto: entri e inizi subito a lavorare. La piattaforma non ti chiede nulla, non ti mette davanti complessità inutili, non ti obbliga a imparare workflow innaturali. Imposti BPM, tonalità, genere e inizi subito a esplorare.

Un altro elemento distintivo è la coerenza sonora. La qualità dei sample rimane sorprendentemente omogenea tra generi, stili e autori. Rap, EDM, pop, ambient, colonne sonore, sound design sperimentale: tutto suona professionale, pulito, pronto all’uso. Questo perché i contenuti provengono da artisti, label e sound designer che curano ogni dettaglio.

Ma il vero valore è la sensazione di controllo totale. Splice non ti travolge con centinaia di opzioni uguali: ti guida. Usa tag intelligenti, anteprime nitide, suggerimenti calibrati e funzioni AI che sembrano leggere la direzione in cui vuoi andare.

Quando capisci che ogni click ti avvicina a un suono utilizzabile, percepisci il motivo per cui Splice è diventato uno standard nel workflow di così tanti produttori. Non è solo “tanta roba”: è tanta roba che funziona, organizzata con intelligenza e rispetto per il tempo di chi crea.

Il suo valore non sta solo nella quantità, ma nella qualità dell’esperienza: semplice, fluida, creativa. Ed è questo equilibrio a rendere Splice un riferimento stabile per produzioni rapide e progetti complessi.

Libreria di sample: contenuti, qualità, categorie e filtri

La libreria di Splice è uno dei motivi centrali per cui molti produttori la considerano una vera “casa sonora”. Appena entri nella sezione dei sample capisci subito che non stai sfogliando una raccolta generica: stai usando una piattaforma costruita con un approccio user-first, dove ogni elemento risponde a un’esigenza concreta del workflow.

Questa immagine aiuta il lettore a visualizzare l’interfaccia della libreria di sample Splice, per una comprensione immediata.

La libreria dei sample di Splice, in stile futuristico con interfaccia stilizzata in blu e viola, visualizzazione chiara degli strumenti di ricerca.
Libreria dei sample Splice: un’interfaccia pulita e intuitiva per trovare rapidamente loop, one-shot e texture professionali.

La varietà è enorme: loop di batteria, one-shot, vocali, texture, atmosfere cinematiche, strumenti acustici, strumenti elettronici, sound FX, foley, preset e file MIDI. Ogni categoria è chiara, pulita, facilmente navigabile, senza sovrapposizioni o dispersioni. Tutto appare strutturato per portarti velocemente dal bisogno al risultato.

Uno dei tratti più apprezzati è la qualità costante. A differenza di molte librerie miste, qui quasi tutto suona già bene. Le registrazioni sono pulite, la post-produzione è curata, la loudness è equilibrata e la maggior parte dei file può essere inserita nel progetto senza necessità di correzioni preliminari. Questo permette di velocizzare enormemente la fase creativa.

I filtri avanzati sono un’altra arma potentissima: key, BPM, tag emotivi, tag tecnici, strumenti, texture, provenienza, tipo di processing, caratteristiche timbriche. Ogni filtro sembra pensato per ridurre il rumore visivo e aiutarti a trovare ciò che ti serve in pochi secondi.

La preview sincronizzata con il tuo tempo di lavoro è uno dei punti più forti della piattaforma. Non devi scaricare nulla per capire se funziona: ascolti, valuti, passi oltre. E il salto tra un sample e quello successivo è immediato, senza tempi morti.

In più, grazie all’AI, Splice suggerisce alternative simili, versioni correlate e variazioni compatibili. Il risultato è una ricerca che non è solo veloce, ma anche ispirante: ogni suono ne apre altri dieci, tutti pertinenti.

La libreria di Splice non è solo vasta: è profondamente usabile, progettata come un’estensione del tuo processo creativo.

Come funziona il sistema a crediti: gestione, accumulo, vantaggi e limiti

Il sistema a crediti di Splice funziona come una sorta di valuta creativa. Ogni mese ricevi un numero di crediti in base al tuo piano, e con quei crediti puoi scaricare i suoni che vuoi. Ogni sample vale un credito, a prescindere dal pacchetto da cui proviene. È un modello semplice ma potentissimo, perché ti libera dall’obbligo di acquistare interi sample pack pieni di materiale non necessario.

Questa immagine rappresenta in modo visivo e intuitivo come funziona il sistema a crediti di Splice, migliorando la comprensione immediata del concetto.

Illustrazione futuristica del sistema a crediti di Splice con token luminosi arancioni che fluiscono su sfondo blu, rappresentazione concettuale del meccanismo di accumulo dei crediti.
Sistema a crediti di Splice: un flusso semplice e intuitivo per scaricare sample, preset e strumenti.

Il primo grande vantaggio è il controllo selettivo. Hai bisogno di un clap? Prendi un clap. Ti serve una linea vocale micro-tagliata? La scarichi. Ti serve un unico riser per una transizione? Un credito e sei a posto. Paghi per ciò che usi, non per ciò che sarebbe “compreso nel pacchetto”.

L’accumulo dei crediti è un’altra caratteristica molto apprezzata. Se un mese produci meno, i crediti non si perdono subito: restano disponibili. Questo ti permette di costruire una riserva da usare quando il carico creativo sale, evitando sprechi e massimizzando il valore dell’abbonamento.

Naturalmente ci sono anche dei limiti. Se non fai attenzione, puoi cadere nel tipico sample hoarding: accumuli suoni, li salvi, li cataloghi, ma finisci per non usarne nemmeno la metà. La chiave sta nel trattare i crediti come fossero “scelte consapevoli”: non prendere tutto, prendi ciò che eleva la produzione.

Dal punto di vista economico, il sistema è sorprendentemente equo. L’abbonamento costa poco rispetto al valore effettivo della libreria, e soprattutto tutto ciò che scarichi rimane tuo per sempre, anche se cancelli l’abbonamento. È uno dei pochi modelli davvero “pro-utente” nel mondo delle piattaforme sonore.

Il sistema dei crediti rende Splice un ambiente flessibile, professionale e altamente personalizzabile. Non ti vincola, non ti confonde, non ti limita. Ti permette di costruire una libreria essenziale, potente e su misura per il tuo stile di produzione.

Questo grafico mostra, in modo semplice e immediato, la percezione diffusa tra i producer sulla reale usabilità dei sample provenienti da Splice rispetto ad altre piattaforme.

Grafico a ciambella che confronta la percentuale percepita di usabilità dei sample: Splice circa 80%, altre piattaforme tra 40 e 50%.
Usabilità dei sample: Splice offre un tasso di utilizzo percepito nettamente più alto rispetto ad altre piattaforme.

Piani e prezzi di Splice: quale scegliere davvero

Quando ci si avvicina ai piani di splice, la prima impressione è che tutto sia estremamente lineare. Non ci sono decine di combinazioni confuse, add-on strani o pacchetti nascosti: ci sono tre livelli chiari, più la sezione dedicata agli strumenti virtuali e al sistema Rent-to-Own.

Questa immagine riassume in modo chiaro e immediato i piani di Splice, migliorando la comprensione.

Grafica comparativa dei piani di Splice in stile card con Sounds+, Creator e Creator+, visualizzazione chiara di prezzi e crediti mensili.
Confronto visivo dei piani Splice: Sounds+, Creator e Creator+, con prezzi e crediti mensili inclusi.

Il cuore dell’offerta è l’abbonamento mensile, e ciò che paghi determina quanti crediti ricevi ogni mese. Ogni credito equivale a un sample, un preset, un one-shot o un contenuto singolo della libreria. Il grande vantaggio è che non sei costretto ad acquistare interi pacchetti: prendi solo ciò che ti serve davvero.

Questo grafico mostra in modo chiaro il rapporto tra crediti mensili e costo dei piani Splice, facilitando il confronto e la valutazione del miglior abbonamento.

Grafico a barre orizzontali che confronta il rapporto tra crediti mensili e prezzo dei piani Sounds+, Creator e Creator+ di Splice.
Rapporto crediti/prezzo nei piani Splice: un confronto visivo immediato tra Sounds+, Creator e Creator+.

La tabella seguente riassume in modo chiaro e immediato i piani di abbonamento di Splice, mostrando crediti, prezzi e funzioni incluse. È utile per confrontare rapidamente le opzioni e scegliere quella più adatta al proprio workflow musicale.

📊 Tabella Comparativa dei Piani Splice

PianoCrediti mensiliPrezzoFunzioni incluseA chi è consigliato
Sounds+100$12.99 / meseLibreria sample completa, ricerca AI, Similar Sounds, download royalty-freeProducer che usano molti sample e vogliono qualità costante
Creator200$19.99 / meseTutte le funzioni di Sounds+ + Splice Bridge + Splice CreateProducer che vogliono anteprime sincronizzate e workflow più veloce
Creator+500$39.99 / meseTutto ciò che include Creator + AI avanzata + strumenti premiumProfessionisti e studi che lavorano ad alto volume

La struttura dei prezzi è pensata per essere accessibile a chiunque. Il piano più leggero parte da $12.99/mese, quello intermedio da $19.99/mese (con promo iniziali spesso più basse) e il piano più completo arriva a $39.99/mese. A questi si aggiunge il piano dedicato a INSTRUMENT, anch’esso a $12.99/mese, pensato per chi usa principalmente preset e strumenti virtuali.

L’aspetto più interessante è che i crediti si accumulano. Se un mese non produci, non perdi nulla: i crediti restano disponibili, così puoi conservare una riserva per i periodi in cui lavori di più. È un sistema molto più flessibile rispetto alle piattaforme che “resettano” tutto a fine mese.

La scelta del piano ideale dipende essenzialmente dal tuo ritmo.
Se produci poco o stai costruendo la tua libreria, il piano base ti darà tutto ciò che ti serve.
Se lavori spesso o collabori con altri producer, avrai bisogno del piano intermedio.
Se invece produci quotidianamente, lavori per clienti o devi gestire più progetti insieme, il piano più alto è quello che garantisce la vera libertà creativa.

In questo contesto si inserisce anche il Rent-to-Own, che amplia l’ecosistema abbattendo del tutto le barriere economiche.
Il risultato finale è un modello di prezzo chiaro, prevedibile e senza sorprese, costruito per accompagnare il produttore nella crescita, senza costringerlo in formule rigide o poco trasparenti.

Sounds+, Creator, Creator+: differenze reali e casi d’uso

I tre piani principali di Splice – Sounds+, Creator e Creator+ – sono simili solo in apparenza. Nella pratica rispondono a tre identità creative profondamente diverse, ed è proprio la chiarezza con cui sono strutturati che rende semplice capire qual è quello giusto per te.

Sounds+ — $12.99/mese
È il piano più accessibile e diretto. Offre 100 crediti al mese e include tutte le funzioni base: libreria completa, AI per suggerimenti, collezioni personali e browsing avanzato.
È perfetto per:
• chi è alle prime armi,
• chi produce saltuariamente,
• chi vuole un accesso costante a sample di qualità senza vincoli pesanti.

Creator — $19.99/mese (spesso $4.99 il primo mese)
È il piano “equilibrato” e quello più scelto dalla maggior parte dei produttori. Offre 200 crediti al mese, include tutto ciò che c’è in Sounds+ e aggiunge l’accesso completo a INSTRUMENT, oltre alla compatibilità totale con workflow professionali.
È perfetto per:
• chi produce con costanza,
• chi usa preset e strumenti virtuali,
• chi lavora su progetti multipli durante l’anno.

Creator+ — $39.99/mese
È il piano di fascia alta, pensato per chi lavora ogni giorno o gestisce produzioni continuative. Offre 500 crediti al mese, accesso totale a INSTRUMENT e una potenza che permette di costruire librerie interne enormi senza limiti.
È perfetto per:
• producer professionisti,
• content creator ad alto volume,
• studi che devono mantenere workflow sempre attivi.

La cosa più importante è che puoi passare da un piano all’altro senza perdere nulla.
Tutto ciò che hai scaricato rimane tuo, tutto ciò che hai accumulato resta disponibile.
È un ecosistema che si adatta a te, non il contrario.

Rent-to-Own: come funziona e quali plugin convengono

Il sistema Rent-to-Own è una delle innovazioni più amate di Splice perché risolve un problema storico: i plugin professionali costano molto, e non sempre puoi permetterti di comprarli in un’unica soluzione.

Il modello è semplicissimo: scegli il plugin, paghi una rata mensile – spesso $9.99/mese – e continui a usarlo senza limitazioni. Quando raggiungi il prezzo totale, il plugin diventa tuo per sempre. Niente interessi, niente vincoli, niente clausole nascoste. È letteralmente un acquisto rateizzato, ma senza gli svantaggi del finanziamento classico.

Tra i plugin più popolari in modalità Rent-to-Own spiccano strumenti che sono diventati veri standard:
• sintetizzatori wavetable iconici,
• suite di mastering professionali,
• processori vocali avanzati,
• collezioni creative e strumenti per sound design.

Il vantaggio principale non è solo economico, ma psicologico: puoi lavorare con software di alto livello senza sentire il peso dell’investimento immediato. Ogni rata è un passo verso un acquisto definitivo, e ogni mese hai la certezza che ciò che paghi è un investimento permanente nel tuo setup.

È una soluzione ideale per chi sta costruendo il proprio studio, per chi vuole strumenti professionali senza bloccare il budget e per chi preferisce distribuire la spesa nel tempo senza perdere funzionalità o qualità.

In definitiva, il Rent-to-Own è una delle dimostrazioni più forti della filosofia Splice: rendere la produzione musicale accessibile, sostenibile e libera da barriere economiche.

L’AI di Splice: CoSo, Create, Similar Sounds e Search with Sound

Se c’è un’area in cui splice sorprende davvero, è l’integrazione dell’intelligenza artificiale nel processo creativo. Non come sostituto del producer, ma come un assistente discreto che lavora dietro le quinte per ampliare le tue possibilità. L’AI di Splice non vuole “fare musica al posto tuo”: vuole accelerare l’ispirazione, suggerire abbinamenti impossibili da scovare a mano, e guidarti mentre costruisci mood, ritmi e texture coerenti.

Questo grafico illustra il percorso creativo guidato dall’AI di Splice, aiutando il lettore a comprendere come l’intelligenza artificiale supporta la scelta dei sample.

Diagramma di flusso che mostra il processo creativo con l’AI di Splice: Idea → Sample → AI Suggest → Similar Sounds → Decisione → Inserimento in DAW.
Flusso creativo dell’AI di Splice: come nasce la scelta del sample ideale.

Il cuore dell’esperienza è la capacità dell’AI di ragionare in base al contesto, non solo ai tag. Questo significa che le proposte non sono casuali, ma calibrate in base a BPM, armonia, carattere, timbro e struttura del tuo progetto. In pratica, l’AI tenta di capire dove vuoi andare, e ti fornisce ciò che serve per arrivarci con meno interruzioni possibili.

Una delle cose più apprezzate dai produttori è il fatto che Splice ha scelto un approccio “human-first”. Nessun generatore automatico di sample che sostituisce la tua creatività, nessun loop generato da modelli opachi: tutto parte sempre da materiale umano, curato da artisti veri, sound designer e professionisti che conoscono profondamente la materia sonora. L’AI interviene solo per aiutarti a scoprirlo e combinarlo meglio.

Questa filosofia rende l’esperienza incredibilmente naturale. Sei tu a guidare il progetto, non la macchina. E invece di trovarti di fronte a risultati quasi identici o poco utili, vieni accompagnato verso alternative che espandono il progetto senza snaturarlo. È un’AI che lavora con te, non contro di te.

Il risultato è un workflow più veloce, più intelligente, più creativo. Non perdi tempo a scorrere centinaia di loop: l’AI ti porta direttamente vicino a ciò che ti serve, permettendoti di passare dalla ricerca alla composizione in modo fluido.

Ed è proprio grazie a questo equilibrio tra intelligenza artificiale e curatela umana che l’AI di Splice riesce a essere davvero utile. Non invade, non domina, non si sostituisce: supporta, affinando il tuo istinto e amplificando la tua visione musicale.

Questa immagine rappresenta in modo visivo il funzionamento dell’AI curatoriale di Splice, facilitando la comprensione del flusso creativo.

Illustrazione futuristica che mostra l’AI di Splice con flussi luminosi, icone musicali e collegamenti creativi, rappresentando il processo curatoriale dell’intelligenza artificiale.
Splice AI: il motore curatoriale che suggerisce sample compatibili e velocizza ogni fase del workflow creativo.

Cosa fa (e cosa non fa) l’AI di Splice: filosofia “human-first”

Tra tutte le piattaforme dedicate ai sample, l’AI di Splice è una delle poche ad aver trovato un equilibrio sano tra automazione e creatività. La sua forza non sta nel generare musica da zero, ma nel permetterti di scoprire connessioni intelligenti tra i suoni, facendoti arrivare più velocemente alla versione migliore della tua idea.

Questo grafico aiuta a distinguere in modo immediato la natura dell’AI di Splice — curatoriale, non generativa — chiarendo un punto fondamentale spesso frainteso dai lettori.

nfografica che confronta l’AI curatoriale di Splice, che seleziona suoni esistenti, con l’AI generativa che crea nuovi suoni da zero.
AI Splice: tecnologia curatoriale che seleziona suoni esistenti, non una AI generativa che crea audio.

Il primo punto fondamentale è che l’AI di Splice non crea sample artificiali. Non c’è un modello generativo che inventa loop o melodie dal nulla. Tutto ciò che utilizzi proviene da artisti reali, sound designer e label che hanno costruito una libreria ricca e credibile. L’AI si limita a interpretare ciò che stai cercando e a suggerirti il percorso più rapido per ottenerlo.

Questo approccio evita i due rischi più comuni delle piattaforme “full-AI”:
• risultati generici, troppo simili tra loro
• suoni privi di personalità o difficili da inserire in produzioni professionali

Invece, Splice ha costruito un sistema in cui l’AI è uno strumento curatoriale. Ti aiuta a trovare campioni complementari, a individuare alternative più coerenti, a esplorare sfumature che potresti non aver considerato. Non ti impone scelte: le propone.

Un altro aspetto chiave è la capacità dell’AI di leggere schema, intenzione e atmosfera. Se stai costruendo un beat minimale, non ti suggerirà materialmente un loop orchestrale epico; se stai lavorando su un brano downtempo, non ti sommergerà di suoni pensati per big room EDM. L’AI analizza tonalità, densità, struttura e mood dei suoni e ti mostra ciò che “ha senso” nel tuo contesto.

Non fa, invece, ciò che molti si aspettano dall’intelligenza artificiale: non compone brani interi, non genera melodie complesse, non produce alternative infinite di un loop. La sua funzione non è quella di sostituirti, ma di accelerare la ricerca, migliorare la selezione e rendere ogni decisione più intuitiva.

È esattamente questa scelta a renderla efficace: meno “automatismo”, più supporto creativo. Un’AI che non ruba il mestiere, ma lo potenzia.

Questo grafico mostra in modo immediato come cambia il flusso di lavoro passando dalle procedure tradizionali alla produttività accelerata offerta da Splice.

Grafico a timeline che confronta il workflow prima e dopo Splice: ricerca → download → test → scarto, rispetto a ricerca intelligente → preview sincronizzata → applicazione.
Workflow prima e dopo Splice: come cambia il processo creativo grazie a ricerca smart e preview sincronizzate.

Workflow pratico: come l’AI accelera la produzione senza sostituirti

Quando inizi a lavorare con l’AI di Splice la sensazione immediata è una: tutto diventa più veloce. Non serve più sfogliare centinaia di loop sperando di trovare quello giusto; non serve ascoltare trecento varianti di un hi-hat; non serve provare al buio decine di bassline per capire quale si incastra meglio. L’AI interviene come un compagno di studio che conosce bene i tuoi gusti e capisce al volo cosa funziona e cosa no.

Il primo vantaggio pratico è la capacità dell’AI di individuare compatibilità armoniche e ritmiche. Se prendi un loop di batteria e lo fai analizzare, l’AI ti propone subito bassline coerenti, pad che respirano nella stessa tonalità, vocal chop con un ritmo complementare. Tutto avviene in pochi secondi e senza mai uscire dal flusso creativo.

La funzione di suggerimento automatico è perfetta quando hai l’idea iniziale ma ti manca “quel suono” per dare identità alla traccia. Invece di perdere tempo, l’AI ti presenta una selezione già filtrata, precisa, costruita intorno al tuo mood. È come se ti dicesse: “Guarda questa direzione… è già vicina a ciò che hai in mente”.

Un altro elemento essenziale è la ricerca dei similar sounds. Parti da un suono che ti piace e l’AI trova subito alternative con timbro, densità e carattere simile. Questo evita l’effetto “ripetizione” e ti permette di costruire layer coerenti senza scadere nella monotonia.

Sul piano operativo, l’AI riduce drasticamente il tempo perso a fare browsing. La parte più faticosa della produzione – la ricerca – viene compressa e trasformata in un processo rapido, fluido, quasi intuitivo. Il risultato è che trascorri meno tempo a cercare e più tempo a creare.

E la cosa più bella è che, nonostante tutto questo supporto, l’AI non si prende alcun merito creativo. Non compone per te, non costruisce le tue idee, non forza direzioni. Rimani sempre tu al centro della produzione. L’AI si occupa solo della parte pesante, lasciandoti tutto lo spazio per essere artista.

È questo equilibrio che rende l’AI di Splice così efficace: non ti sostituisce, ti libera, permettendoti di concentrarti dove conta davvero.

Splice dentro le DAW: l’integrazione con Ableton Live 12.3 e gli altri workflow professionali

L’integrazione di splice nelle DAW moderne rappresenta uno dei passi più significativi nell’evoluzione del suo ecosistema. Se all’inizio la piattaforma era pensata come una libreria esterna, oggi si comporta come un’estensione naturale della workstation musicale: entra direttamente nel tuo flusso di produzione, eliminando passaggi inutili e trasformando la ricerca dei suoni in un processo immediato.

Il punto di svolta arriva con l’integrazione nel Browser di Ableton Live 12.3. La piattaforma non è più un sito da cui scaricare materiale, ma diventa una risorsa nativa, accessibile esattamente come una cartella interna del tuo progetto. Questo crea un effetto potentissimo: non interrompi mai il flusso creativo. Non devi cambiare finestra, non devi scaricare manualmente, non devi organizzare librerie nel finder del computer. Tutto avviene dentro Live, nel punto stesso in cui stai costruendo il brano.

La ricerca dei suoni diventa più intelligente anche perché Ableton sincronizza i risultati con tempo, tonalità e contesto del progetto. Questo significa che non ascolti più loop “fuori tono” o sample lontani dal mood del brano: ciò che vedi è già filtrato per essere compatibile con quello che stai creando. È come se Splice e Live lavorassero insieme per anticipare le tue scelte.

Oltre a Live, anche altre DAW hanno accelerato l’integrazione. Su Pro Tools, Splice entra direttamente nella Clip List, rendendo accessibili sample e one-shot come se facessero parte del progetto. Su Studio One, la piattaforma si integra con il Browser interno, permettendo di trascinare i suoni con la stessa naturalezza con cui si gestiscono i file locali.

E poi c’è Splice Bridge, il plugin che permette di ascoltare i sample sincronizzati alla sessione in qualsiasi DAW, senza doverli scaricare prima. È una funzione tanto semplice quanto rivoluzionaria: puoi “provare” i sample nel brano prima di commettere un credito, evitando download inutili e sperimentazioni confuse.

Nel complesso, questa evoluzione ha trasformato Splice da libreria esterna a strumento profondamente integrato nel workflow. Ti permette di rimanere concentrato sulla creatività senza mai uscire dal tuo ambiente di produzione. Ed è qui che la differenza si sente davvero: non è più solo una raccolta di suoni, ma parte del tuo setup, presente esattamente dove serve.

Integrazione nativa con Ableton Live 12.3: cosa cambia davvero nel tuo workflow

L’integrazione di Splice nel Browser di Ableton Live 12.3, la cui uscita è fissata per il giorno 25 novembre, rappresenta uno dei miglioramenti più importanti mai introdotti nel rapporto tra librerie online e DAW professionali. Live non si limita a “mostrare” i suoni di Splice: li assorbe nel proprio ecosistema interno, trasformando la libreria in uno strumento da studio a tutti gli effetti.

Questa immagine mostra in modo chiaro e moderno come Splice si integra nel browser di Ableton Live 12.3, rendendo visivamente immediato il concetto chiave.

Illustrazione futuristica che mostra l’integrazione di Splice nel browser laterale di Ableton Live 12.3, con flussi luminosi e icone musicali che rappresentano il workflow creativo.
Integrazione Splice in Ableton Live 12.3: i sample entrano nel workflow direttamente dal browser laterale della DAW.

La prima grande rivoluzione è l’accesso nativo. Non devi più alternare finestra browser, app e cartelle: apri il Browser di Live e trovi Splice esattamente dove ti aspetti che sia. La ricerca diventa così naturale che dimentichi completamente che la libreria si trova online. Tutto sembra già dentro il tuo computer.

Poi c’è la sincronizzazione automatica con BPM e tonalità del progetto. Questo è un vantaggio enorme: ogni loop che provi è già nel tempo giusto, e ogni suono melodico è filtrato per essere compatibile con le armonie del brano. È come se Live facesse da interprete tra te e Splice, garantendo che ogni proposta sia già vicina all’idea che hai in mente.

Un altro vantaggio fondamentale è la gestione dei sample tramite anteprima intelligente. Scorri, ascolti, trascini. Fine. Non c’è più il download manuale, non c’è gestione di file esterni, non c’è confusione tra cartelle temporanee e permanenti. L’esperienza diventa incredibilmente pulita, veloce, naturale.

Questa integrazione è particolarmente potente per i producer che lavorano su più progetti contemporaneamente. Non devi più ricordare dove hai scaricato un suono, né organizzare tutto in librerie locali. Splice diventa lo scaffale centrale del tuo studio, sempre aggiornato, sempre ordinato e sempre disponibile direttamente nel punto in cui nasce la musica.

Nel complesso, Live 12.3 non introduce solo una comodità: introduce un nuovo modo di lavorare. E per chi usa Splice quotidianamente, il salto in avanti è evidente. Più velocità, più precisione, meno frizioni… e molta più concentrazione sul vero cuore della produzione: creare.

App desktop, Bridge e integrazioni con Pro Tools e Studio One

Oltre all’integrazione in Ableton Live 12.3, Splice offre un ecosistema di strumenti che rendono l’esperienza fluida in qualsiasi DAW tu utilizzi. L’app desktop è il centro operativo di questo ecosistema: una piattaforma veloce, stabile e sempre sincronizzata con il tuo account. Funziona come archivio personale, come gestore dei download e come hub per le tue collezioni.

Il vantaggio dell’app è la sua capacità di sincronizzare suoni, preferiti, ricerche e collezioni tra dispositivi. Se ascolti un sample sul telefono, lo ritrovi sull’app desktop. Se salvi una collezione su desktop, la ritrovi nel browser della DAW. È un sistema che ti segue ovunque e che rende coerente ogni fase della produzione.

Poi c’è Splice Bridge, il plugin che molti considerano una delle funzioni più intelligenti mai ideate. Con Bridge puoi ascoltare i sample sincronizzati alla tua sessione senza scaricarli. Questo significa che puoi testare un loop, un one-shot o una melodia direttamente nel tuo progetto, capire se funziona, e solo dopo decidere se vale un credito. È una funzione che elimina completamente gli sprechi e rende ogni scelta più precisa.

Le integrazioni con le altre DAW completano il quadro.
Su Pro Tools, Splice entra direttamente nella Clip List, permettendo di trascinare i sample nel progetto con la stessa facilità dei file locali.
Su Studio One, la piattaforma appare nel Browser interno con una navigazione pulita e veloce.

Il risultato è un sistema che non si limita a offrire contenuti, ma ti fornisce strumenti tecnici che migliorano il modo in cui produci. Splice diventa parte del tuo studio:
• ovunque tu lavori,
• su qualsiasi DAW,
• in qualsiasi momento.

Questa coerenza multi-ambiente è ciò che trasforma Splice da semplice libreria a strumento professionale capace di integrarsi perfettamente con qualsiasi workflow moderno.

Splice INSTRUMENT: preset, strumenti e aggiornamenti continui

Quando si parla dell’evoluzione di splice, una delle trasformazioni più importanti è l’introduzione di INSTRUMENT, il sistema di strumenti virtuali e preset progettato per affiancare la libreria dei sample e completare il workflow creativo. Se la libreria tradizionale ti offre suoni pronti da usare, INSTRUMENT aggiunge un livello diverso: quello della modellazione sonora, della performance e dell’espressività.

La tabella seguente riassume le principali categorie degli strumenti virtuali INSTRUMENT di Splice, con una panoramica sul tipo di suono, la qualità percepita e gli utilizzi ideali nei vari generi.

🎛️ Tabella – Strumenti INSTRUMENT di Splice

CategoriaTipo suonoQualitàUso ideale
COILBass synth, sub e bassline elettronichePotente, pulita, ottimizzata mix-readyMelodic Techno, Tech House, Trap, Pop EDM
ASTRALPad, ambient textures, atmosfereMorbida, spaziale, cinematicProduzioni emotive, colonne sonore, breakdown atmosferici
BEATMAKERDrum machine, kit elettronici, one-shotPunch decisi, transienti nitidiBeatmaking urbano, elettronica moderna, demo rapide
KINETIKSequenze ritmiche, arpeggi dinamiciRitmico, energico, high-motionGroove per intro, build-up e sezioni ritmiche complesse
ORBITSynth lead, pluck melodiciBrillante, definito, presenza nel mixMelodie principali, hook elettronici, lead pop
LUMINKeys, electric piano, synth caldiMorbido, organico, equilibratoProduzioni deep, pop, lo-fi, composizioni armoniche
FOUNDRYStrumenti ibridi, sound designInnovativo, sperimentaleProgetti creativi, sound design, texture uniche
AIRWAVEFX, transizioni, riser, impactAmpi, cinematici, immersiviProduzione EDM, trailer, build e drop

L’obiettivo non è sostituire sintetizzatori o librerie premium, ma creare un ambiente in cui puoi accedere rapidamente a preset professionali, texture profonde e strumenti ispirazionali senza dover acquistare nuovi plugin o appesantire il setup. INSTRUMENT porta dentro Splice un linguaggio timbrico moderno, curato e versatile, che permette di costruire parti melodiche o armoniche senza uscire dal suo ecosistema.

Una delle caratteristiche più interessanti è la presenza di preset e strumenti creati in collaborazione con sound designer e artisti professionisti, spesso gli stessi che contribuiscono ai sample pack. Questo crea una continuità sonora molto forte: se stai lavorando con un certo stile o atmosfera, trovi strumenti costruiti per sviluppare quella stessa identità nei livelli successivi del brano.

INSTRUMENT si aggiorna continuamente con nuovi preset, nuove banche suoni e nuove categorie. Non è una libreria “ferma”, ma un ambiente in sviluppo costante. Ogni nuovo pacchetto introduce generi, timbri o set di espressioni che ampliano la tua tavolozza creativa. Ed è proprio questa freschezza continua a renderlo utile sia per i produttori esperti sia per chi sta muovendo i primi passi.

Dal punto di vista operativo, INSTRUMENT è leggero, rapido nel caricamento e progettato per essere immediato. Non richiede configurazioni complesse né conoscenze avanzate di sintesi: puoi aprire un preset, suonare e ottenere subito un risultato pulito. Se invece vuoi personalizzare, hai la possibilità di intervenire su parametri chiave senza perderti nel labirinto di controlli tipico dei synth più complessi.

Nel complesso, INSTRUMENT rappresenta un’estensione naturale dell’esperienza Splice: un ambiente sonoro coerente, curato e aggiornato che si integra perfettamente con sample, preset, workflow e DAW. È il tassello che mancava per trasformare Splice non solo in una libreria, ma in un vero strumento di produzione.

Questa immagine mostra in modo chiaro e moderno l’ecosistema di strumenti virtuali INSTRUMENT di Splice, migliorando la comprensione immediata delle funzionalità.

Illustrazione stilizzata degli strumenti virtuali Splice INSTRUMENT con interfacce COIL, ASTRAL e BEATMAKER, mostrati in stile futuristico con preset e controlli visibili.
Interfacce degli strumenti virtuali Splice INSTRUMENT: preset, controlli e suoni pronti per la produzione.

Preset premium, strumenti, suoni Spitfire e qualità percepita

La sezione dedicata ai preset e agli strumenti virtuali è uno dei gioielli nascosti di Splice. Qui si trovano suoni che non hanno nulla da invidiare alle librerie commerciali più costose e che spesso sorprendono per profondità, dinamica e carattere timbrico. La qualità percepita è alta perché molti contenuti sono sviluppati da team e artisti specializzati nel sound design, gli stessi che lavorano a librerie orchestrali, sintetizzatori moderni e collezioni cinematiche.

Una delle collaborazioni più rilevanti è quella con Spitfire, sinonimo di qualità nel mondo delle librerie orchestrali e degli strumenti espressivi. Quando apri un preset orchestrale o una texture ambient firmata Spitfire all’interno di Splice INSTRUMENT, senti immediatamente quella cura artigianale che caratterizza i loro prodotti: profondità armonica, realismo delle articolazioni, code naturali e una sensazione generale di “suono vivo”.

Oltre ai preset orchestrali, trovi categorie che coprono qualsiasi esigenza:
• pad eterei e cinematici
• bassi analogici e digitali
• lead moderni per EDM, techno e melodic
• keys, pluck, ambient textures
• preset sperimentali e soundscape

La cosa più sorprendente è che tutto è progettato per essere pronto all’uso. I preset non suonano “troppo lavorati” né troppo grezzi: sono equilibrati, pensati per incastrarsi facilmente nel mix senza richiedere interventi invasivi su EQ o compressione.

Un altro vantaggio è l’unità estetica dei suoni. Se prendi un pad, un pluck e un bass synth di INSTRUMENT, percepisci che appartengono alla stessa famiglia timbrica. Questo permette di costruire brani coerenti con una facilità sorprendente. Non devi perdere tempo ad allineare volumi, timbri o densità: il suono è già progettato per convivere.

Per i producer che vogliono costruire identità sonore precise, questa coerenza è un vantaggio enorme. INSTRUMENT non è solo una raccolta di preset: è una palette timbrica curata, capace di fornire continuità, profondità ed espressività nei punti in cui i sample da soli non possono arrivare.

Quando conviene INSTRUMENT rispetto ai sample tradizionali

Capire quando usare INSTRUMENT invece dei sample tradizionali è una delle chiavi per sfruttare al massimo l’ecosistema Splice. Non è questione di scegliere un metodo e abbandonare l’altro: è questione di capire quando un preset ti dà più possibilità rispetto a un campione audio.

Il primo scenario in cui INSTRUMENT diventa fondamentale è quando hai bisogno di partecipazione espressiva. Un pad che si evolve, un piano con dinamica reale, un arco cinematico che respira: tutto ciò che richiede variazione, movimento e intensità è molto più facile da ottenere con uno strumento virtuale rispetto a un sample statico.

Il secondo scenario è la composizione melodica e armonica. I sample melodici sono utili, ma spesso limitanti: hanno la loro tonalità, il loro fraseggio, la loro struttura. Con INSTRUMENT puoi costruire armonie da zero, suonare lead personalizzati, modellare progressioni e adattarle esattamente al mood del progetto.

Il terzo scenario è quello della coerenza timbrica. Se stai costruendo un brano in cui vuoi mantenere un’identità sonora uniforme, usare preset della stessa famiglia permette di avere pad, bassi e lead che condividono carattere e tessitura. Con i sample, questo risultato richiede più lavoro.

INSTRUMENT diventa anche fondamentale quando stai lavorando in generi molto melodici, come melodic techno, indie dance, ambient, cinematic, future garage, house progressive. Qui i sample possono funzionare come elementi di contorno, ma la parte identitaria nasce spesso da un preset che puoi controllare in tempo reale.

Al contrario, i sample restano insostituibili quando hai bisogno di impatto immediato:
• drum
• effetti
• vocal chop
• texture reali
• elementi ritmici complessi

La combinazione ideale? Usare i sample per la base e INSTRUMENT per dare anima, profondità e personalità alla traccia. È proprio qui che Splice mostra tutto il suo potenziale: non devi più scegliere, puoi ibridare i due mondi creando un workflow potente, dinamico e totalmente personalizzabile.

Diritti d’autore su Splice: cosa è permesso e cosa no

Quando si parla di diritti d’autore, splice si distingue per una cosa molto semplice ma fondamentale: la totale trasparenza. Molte piattaforme di sample hanno regole poco chiare o contratti scritti in modo ambiguo, mentre Splice ha costruito un sistema di licenze che permette ai produttori di lavorare con serenità, sapendo esattamente cosa possono fare con ogni suono scaricato.

Questa immagine aiuta a visualizzare in modo immediato il concetto di licenza royalty-free, migliorando la comprensione dei diritti d’uso dei sample.

Illustrazione vettoriale con scudo digitale luminoso e icona di chiave, che rappresenta il sistema di licenze royalty-free di Splice e la protezione dei diritti d’autore.
Sistema di licenze royalty-free Splice: tutti i sample possono essere usati legalmente nelle produzioni commerciali.

La prima regola è la più importante: tutti i sample di Splice sono royalty-free. Questo significa che puoi usarli in produzioni commerciali, pubblicazioni ufficiali, sync per cinema e TV, contenuti social, live set, podcast e musica distribuita su piattaforme digitali, senza dover pagare royalties aggiuntive o riconoscere percentuali agli autori originali. È una libertà enorme che permette a chiunque di creare senza paura di essere bloccato da diritti non chiari.

La tabella sottostante chiarisce in modo semplice e immediato cosa è consentito e cosa invece non è permesso con le licenze royalty-free di Splice.

📄 Tabella – Cosa puoi fare / cosa non puoi fare con i sample Splice

AzioneConsentito?Note
Utilizzare i sample in tracce musicali commerciali✔️ SìCompletamente royalty-free. Nessun pagamento aggiuntivo.
Usare i sample in video YouTube, TikTok, Instagram✔️ SìSe appare un claim, carica la Certified License per rimuoverlo.
Usare i sample per TV, cinema, spot pubblicitari✔️ SìLicenza valida anche per produzioni broadcast.
Continuare a usare i sample dopo la disdetta✔️ SìI file scaricati restano tuoi per sempre. Licenza perpetua.
Ridistribuire i sample tal quali❌ NoNon puoi rivenderli, regalarli o inserirli in pack.
Pubblicare i sample su librerie o piattaforme stock❌ NoDevi usarli solo in opere finali, mai isolati.
Usare sample per addestrare modelli di AI❌ NoEsplicitamente vietato dalle policy Splice.
Creare sample pack basati su suoni Splice❌ NoVietata la creazione di librerie derivate.
Usare voci Splice per imitare artisti reali❌ NoVietato l’uso fuorviante o lesivo di identità.
Usare i sample in dj set, live set, performance✔️ SìConsentito anche per eventi professionali.

Un altro punto centrale è che ogni suono scaricato diventa tuo per sempre. Anche se un giorno decidi di disdire l’abbonamento, non perdi la licenza dei file già scaricati. Restano tuoi, legalmente utilizzabili, e possono continuare a far parte dei tuoi progetti futuri. Non c’è alcun obbligo di rinnovare l’abbonamento per mantenere la licenza: la libertà è totale e permanente.

Inoltre, Splice mette a disposizione un sistema estremamente utile chiamato Certified License: una certificazione che attesta la provenienza dei sample utilizzati nei tuoi progetti. Questo documento è prezioso quando ti trovi di fronte a eventuali dispute su Content ID, claim automatici o contestazioni di diritti: puoi dimostrare immediatamente che il suono è stato ottenuto legalmente e che hai pieno diritto di utilizzarlo.

Ci sono però anche dei limiti chiari, inseriti non per complicare la vita al produttore, ma per tutelare gli artisti che contribuiscono alla libreria. Non puoi ridistribuire i sample tal quali, non puoi venderli come se fossero tuoi, non puoi inserirli in librerie commerciali e non puoi pubblicarli come contenuti isolati senza trasformazioni. Inoltre, non puoi utilizzare i sample di Splice per addestrare modelli di intelligenza artificiale, né direttamente né indirettamente.

Nel complesso, il sistema di licenze di Splice è uno dei più equi e produttore-friendly del settore. Offre libertà totale nella creazione, protezione legale, chiarezza nelle regole e rispetto per chi contribuisce al catalogo. È un modello che mette al centro la creatività, senza compromessi.

Royalty-free, licenza perpetua, certificazioni e Content ID

Uno degli aspetti più rassicuranti dell’ecosistema Splice è la combinazione tra royalty-free, licenza perpetua e strumenti dedicati alla protezione dell’utente. Per un produttore, queste tre condizioni significano una cosa molto importante: libertà creativa senza ombre legali.

Il concetto di royalty-free è spesso frainteso. Su Splice non significa soltanto “non paghi le royalties”: significa che puoi usare i sample in opere finali distribuite ovunque, senza mai dover corrispondere compensi aggiuntivi agli autori originali. Non importa se pubblichi su Spotify, YouTube, Beatport, oppure se la tua traccia finisce in uno spot, in un cortometraggio o in un videogioco o su tools ai come SUNO: non devi pagare nulla a nessuno.

La licenza perpetua è altrettanto importante. Una volta che scarichi un suono, diventa parte della tua libreria personale in modo permanente. Non c’è alcuna scadenza, nessun obbligo di mantenere l’abbonamento attivo per poter continuare a utilizzare i file già ottenuti. Questo ti permette di lavorare con tranquillità, sapendo che tutto ciò che hai scaricato rimarrà utilizzabile anche tra anni.

Un altro elemento molto apprezzato dai professionisti è il sistema di Certified License. Si tratta di un documento che certifica la provenienza e la legalità dei sample presenti nei tuoi progetti. È una sorta di “foglio di proprietà” che puoi mostrare in caso di dispute o claim, soprattutto su piattaforme come YouTube, dove i sistemi automatici possono generare falsi positivi.

Per quanto riguarda il Content ID, è importante sapere una cosa: se utilizzi un sample molto diffuso, è possibile che altri brani lo includano. Questo può generare claim automatici, ma con la Certified License puoi dimostrare immediatamente che hai diritto pieno all’utilizzo. Nella maggior parte dei casi, la disputa viene risolta in poche ore.

Questo set di strumenti rende la piattaforma estremamente affidabile non solo per i producer indipendenti, ma anche per studi, agenzie e professionisti del settore audiovisivo. Non devi temere problemi legali, né sorprese inaspettate. Il sistema di Splice è costruito per proteggerti e per permetterti di lavorare senza compromessi.

Cosa non puoi fare: training AI, redistribuzione, uso illecito

La licenza di Splice offre molta libertà, ma proprio per questo è fondamentale conoscere anche i limiti. Non perché siano restrittivi, ma perché servono a tutelare gli artisti e a garantire un uso corretto della piattaforma.

Il primo divieto, oggi più importante che mai, riguarda l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale. Non puoi utilizzare i sample di Splice — nemmeno in modo indiretto — come dataset per allenare modelli generativi o sistemi di machine learning. Questo per una ragione semplice: i suoni sono opera di artisti reali, e devono essere protetti da ogni forma di sfruttamento che li trasformi in materiale “sintetico” senza consenso.

Non puoi nemmeno ridistribuire i sample tal quali. Significa che non puoi caricarli come prodotto personale, inserirli in librerie commerciali, venderli come pack, o pubblicarli in modo non trasformato. Ogni suono deve sempre far parte di un’opera finale, mai essere condiviso come file isolato.

Un altro limite riguarda l’uso illecito o fuorviante. Non puoi usare sample vocali o contenuti identificabili per impersonare artisti reali, né puoi far apparire come tuoi suoni che provengono da Splice. Allo stesso modo, non puoi sfruttare i sample per costruire contenuti ingannevoli o per attività che violano diritti o normative.

Infine, non puoi sfruttare i sample per generare preset o librerie derivate da vendere come prodotti originali. Ogni trasformazione deve essere creativa, non commerciale. Se un suono entra in un tuo progetto, deve far parte di un’opera finita, non diventare parte di un sistema nuovo di distribuzione.

Queste regole non ostacolano il processo creativo: lo proteggono. Permettono agli artisti di contribuire alla libreria con fiducia e ai produttori come te di lavorare sapendo che ogni contenuto è legalmente sicuro. È un equilibrio che rende Splice una piattaforma affidabile, etica e strutturata per durare nel tempo.

Pro e contro di Splice dopo un uso reale

Quando inizi a usare splice in modo continuativo, ti rendi conto molto rapidamente di quali siano i suoi punti di forza e quali, invece, diventano limiti tangibili nel workflow quotidiano. Non è una piattaforma perfetta — nessuna lo è — ma è una delle poche che riescono a mantenere un equilibrio stabile tra qualità, velocità e ispirazione. E proprio per questo è fondamentale guardare la sua esperienza d’uso in modo sincero, senza filtri.

Il primo grande vantaggio è la qualità costante della libreria. Splice è uno dei pochi ambienti dove puoi scorrere decine di loop senza mai sentire qualcosa di scadente o inutilizzabile. La selezione è curata, pulita e coerente, e questa coerenza si traduce in una reale accelerazione del lavoro: meno scarti, più musica.

Un altro enorme punto a favore è la velocità del workflow. Grazie ai filtri intelligenti, alle anteprime rapide e alle funzioni AI, trovi ciò che cerchi in pochi minuti. Non perdi tempo, non ti senti travolto, non ti trovi mai con la sensazione di “non so più cosa sto cercando”. È tutto fluido, naturale, intuitivo.

Sul piano professionale, la presenza di integrazioni con DAW come Ableton Live, Pro Tools e Studio One cambia completamente l’esperienza. Non sei più costretto a uscire dal software di produzione: scorre tutto direttamente all’interno del progetto, ed è incredibilmente difficile tornare indietro dopo aver provato questa comodità.

Ci sono però anche dei limiti. Il più evidente è il costo nel lungo periodo: anche se i piani sono accessibili, l’abbonamento mensile può diventare significativo per chi produce saltuariamente. Alcuni utenti tendono ad accumulare crediti senza usarli, trasformando un vantaggio in un piccolo spreco.

Un altro limite, non colpa della piattaforma ma naturale, è il rischio di inflazione dei loop. Alcuni suoni popolari vengono scaricati da migliaia di producer: se li usi in modo troppo riconoscibile, potresti ritrovarti con brani che suonano simili ad altri. È un problema risolvibile con creatività, layering e manipolazione, ma è comunque da considerare.

Nel complesso, l’esperienza reale di Splice è altamente positiva: meno tempo perso, più ispirazione, più qualità. È uno strumento potente, ma come ogni strumento moderno richiede un uso consapevole per evitare scelte facili o soluzioni già sentite. Se lo usi con intelligenza, diventa uno dei tuoi migliori alleati.

Questa immagine riassume visivamente i principali punti di forza e i limiti di Splice, facilitando la comprensione.

Grafica comparativa con due colonne che mostrano i Pro e i Contro di Splice, con icone di check verdi e X rosse, su sfondo scuro in stile moderno.
Pro e contro di Splice: una panoramica visiva chiara su punti di forza e limiti reali della piattaforma.

Vantaggi concreti: velocità, qualità, workflow, AI intelligente

Uno dei motivi per cui tanti produttori considerano Splice una tappa obbligata nel proprio setup è la somma dei suoi vantaggi più evidenti. Non sono piccoli dettagli, ma aspetti che trasformano radicalmente il modo in cui lavori ogni giorno.

Il primo è la velocità operativa. Tra filtri avanzati, ricerca rapida, anteprime intelligenti, integrazioni nelle DAW e funzioni AI, tutto ciò che prima richiedeva minuti o ore richiede pochi secondi. Non devi scavare in cartelle infinite, non devi scaricare materiale a tentativi, non devi ascoltare 200 file inutilizzabili. La piattaforma ti porta esattamente lì dove serve.

Il secondo vantaggio è la qualità media dei suoni, sorprendentemente alta e omogenea. Questo riduce drasticamente i rifiuti: invece di scartare il 70% di ciò che ascolti, ti ritrovi con una percentuale altissima di contenuti immediatamente utilizzabili. Per un producer, questo non è un lusso: è un risparmio concreto di tempo ed energia mentale.

Il terzo vantaggio è la potenza dell’AI, che qui funziona davvero come assistente creativo. Non genera musica in modo artificiale, ma ti aiuta a scoprire alternative, compatibilità ritmiche e armoniche, e combinazioni che potrebbero sfuggire anche all’orecchio più esperto. È un supporto sottile, mai invadente, che ti permette di lavorare in modo più rapido e più libero.

Il quarto vantaggio è la compatibilità perfetta con le DAW. Che tu lavori su Ableton Live, Logic Pro, Pro Tools o Studio One, Splice entra nel tuo ambiente in modo naturale, senza distrazioni e senza dover cambiare finestra. Questo elimina una delle micro-frizioni più fastidiose nella produzione moderna: interrompere il flusso creativo per cercare suoni altrove.

Infine, c’è un vantaggio meno evidente ma fondamentale: la coerenza estetica. La libreria è costruita da team e artisti che seguono criteri molto rigidi di qualità e pulizia. Questo significa che i suoni si incastrano facilmente tra loro, senza richiedere interventi pesanti su gain, EQ o compressione.

In sintesi, i vantaggi di Splice migliorano non solo il risultato finale, ma la quotidianità del producer. È uno strumento che ottimizza, accelera e ispira, senza mai diventare protagonista al posto tuo.

Limiti reali: pricing, loop inflazionati, rischio “suoni già sentiti”

Come ogni piattaforma molto usata, anche Splice ha i suoi limiti. Alcuni sono tecnici, altri sono semplicemente il risultato del suo successo. E conoscerli è essenziale per evitare errori comuni e sfruttare la piattaforma nel modo più intelligente possibile.

Il primo limite reale è il costo nel lungo periodo. Sebbene i piani mensili siano accessibili, pagare costantemente un abbonamento può diventare pesante per chi produce poco. Se non sfrutti pienamente i crediti ogni mese, il valore percepito potrebbe diminuire. È un servizio conveniente per chi crea con regolarità, meno per chi produce una canzone ogni tanto.

Il secondo limite riguarda l’inflazione dei loop popolari. Alcuni sample diventano virali perché sono belli, ben prodotti e facili da usare. Ma proprio per questo finiscono in centinaia — se non migliaia — di produzioni diverse. Se utilizzi un loop molto riconoscibile senza modificarlo, rischi di ritrovarti con un brano che suona “già sentito”. Non è un problema di Splice, ma del suo enorme pubblico. La soluzione? Layering, editing creativo, slicing, pitching e processing.

Un terzo limite è la dipendenza dalla piattaforma. Quando ti abitui alla comodità di Splice, potresti ridurre l’esplorazione personale di suoni originali, registrazioni proprie o strumenti non convenzionali. È importante ricordare che la creatività nasce anche dal rumore, dal caso, dall’imperfezione. Splice è perfetto come base, ma non deve sostituire completamente la tua ricerca sonora.

Alcuni utenti notano anche il rischio di accumulo eccessivo. I crediti che si accumulano possono portarti a scaricare più del necessario, creando librerie personali caotiche e difficili da gestire. Il segreto è scegliere solo ciò che aggiunge valore reale al progetto.

Nel complesso, i limiti di Splice non lo rendono meno valido, ma ricordano che deve essere usato con consapevolezza. È uno strumento potentissimo, ma come tutti gli strumenti professionali richiede equilibrio: sfruttarne i vantaggi, evitare gli eccessi e mantenere sempre un approccio creativo e personale.

Opinioni reali su Splice: cosa ne pensano davvero i producer

Quando si parla di Splice, la recensione “tecnica” racconta solo una parte della storia. L’altra metà vive nelle community, nei forum di produzione, nei gruppi Discord e nelle condivisioni spontanee dei producer. Qui emerge una fotografia molto più concreta: come Splice influenza davvero il workflow quotidiano, quanto incide sulla creatività e quali aspetti gli utenti considerano davvero determinanti nel lungo periodo.

Questa immagine riassume visivamente il sentiment generale degli utenti su Splice, mostrando la percezione complessiva tra feedback positivi, neutri e negativi.

Infografica a semicircle che mostra il sentiment degli utenti verso Splice: 78% positivo, 15% neutro, 7% negativo.
Sentiment degli utenti: la maggior parte dei producer valuta Splice in modo altamente positivo.

Una tendenza chiara è la percezione di affidabilità costante della piattaforma. Chi la usa da anni descrive Splice come un “compagno di lavoro” più che come un semplice archivio di sample: un luogo dove trovare suoni che funzionano senza perdere tempo. Molti utenti raccontano che, negli anni, altre librerie hanno avuto alti e bassi, mentre Splice ha mantenuto una qualità uniforme.

Un altro punto ricorrente riguarda l’AI curatoriale. Nelle conversazioni reali, i producer non parlano quasi mai di “AI” in senso tecnico: parlano del fatto che trovano più velocemente ciò che cercano. Le funzioni come Similar Sounds o Suggest vengono citate non come tecnologia, ma come “sensazione di velocità”, di “match immediato”, o di “meno frustrazione”.

Molto positivo anche il feedback sulla trasparenza delle licenze: chi crea musica per Spotify, chi fa ghost-producing, chi lavora su videogame o spot pubblicitari sente la sicurezza di poter usare i sample senza rischi. Questa fiducia ricorre spesso nei commenti dei professionisti che pubblicano regolarmente.

Dall’altra parte, non mancano critiche. Alcuni utenti ritengono che i crediti finiscano troppo velocemente, soprattutto chi produce generi ad alta densità di suoni o chi crea molte versioni demo. A volte viene menzionata anche una sensazione di “ridondanza”, specialmente nei generi più saturi come Trap o Future Bass.

Nel complesso, però, il sentiment è positivo e stabile: Splice viene percepito come il servizio più affidabile per chi produce regolarmente. La combinazione qualità/velocità/licenze trasparenti è ciò che gli utenti citano più spesso come motivo principale per restare abbonati a lungo.

I punti più apprezzati dagli utenti (feedback positivi ricorrenti)

Uno dei punti più discussi è la qualità costante dei sample, un aspetto che viene ripetuto in ogni community. Gli utenti sottolineano come Splice riesca a offrire suoni pronti all’uso, con transienti puliti, bassi definiti e pack progettati da producer di alto livello. Per molti, questo evita la necessità di editing pesante e accorcia drasticamente la fase di sound-selection.

Un’altra area molto apprezzata è la ricerca intelligente. Funzioni come Similar Sounds, Sample Finder, filtri avanzati e AI Suggest vengono interpretate come “scorciatoie mentali”: strumenti che riducono le opzioni superflue e portano l’utente verso il suono giusto senza stress. Sui forum, questa esperienza viene descritta come “riduzione della paralisi da scelta”.

Gli utenti elogiano anche Splice Bridge, considerato uno dei veri game-changer. L’anteprima sincronizzata con la DAW permette di capire subito se un sample funziona armonicamente con il progetto. Molti raccontano che questo da solo ha ridotto di metà i tempi di produzione delle demo.

Altro punto forte è la chiarezza delle licenze: la possibilità di usare tutti i sample in progetti commerciali, senza limiti e con licenza perpetua, genera fiducia soprattutto tra chi lavora per clienti, agenzie e aziende. È comune trovare commenti del tipo “posso dormire tranquillo”, riferiti alla sicurezza legale.

Infine, il valore percepito è spesso positivo. Anche se alcune critiche sul prezzo esistono, la maggior parte dei producer professionali ritiene che i crediti siano proporzionati al valore dei sample ottenuti. Nei generi come Tech House, Pop, Trap melodica, EDM o Lo-Fi, Splice viene visto come “la scorciatoia che fa risparmiare ore”.

Questa immagine presenta tre card di feedback reali, utili per comunicare velocemente la percezione degli utenti su Splice.

re card affiancate con icone utente e brevi recensioni su Splice: qualità costante nei sample, AI che velocizza il workflow, licenze chiare e prive di rischi.
Recensioni degli utenti: i tre aspetti più apprezzati di Splice secondo le community dei producer.

Le critiche più comuni e le lamentele ricorrenti

Nonostante il sentiment generalmente positivo, ci sono alcune critiche ricorrenti che emergono in modo chiaro nelle community. La prima riguarda il costo percepito, soprattutto per i producer alle prime armi o per chi crea musica a bassa frequenza. Alcuni utenti riferiscono che i crediti “finiscono troppo in fretta”, specie se si usano molti one-shot o se si esplorano generi ad alto turnover sonoro.

Un’altra critica riguarda la ripetitività di alcuni pack, soprattutto in categorie sovraffollate. Alcuni utenti notano che certi generi tendono a riproporre suoni simili tra loro, con meno varietà rispetto al passato. Questo porta alcuni produttori a cercare pack di nicchia o a combinare Splice con librerie alternative.

Questo grafico visualizza in modo immediato i principali limiti percepiti dagli utenti Splice, rendendo chiara la distribuzione delle criticità più citate nelle community.

Grafico a barre verticali che mostra i principali pain point percepiti dagli utenti Splice: crediti che finiscono presto, ridondanza dei pack, strumenti non adatti a tutti i generi e claim automatici su YouTube.
Limiti percepiti dagli utenti Splice: i quattro pain point più citati nelle community.

Ci sono anche commenti su INSTRUMENT, dove alcuni producer affermano che non tutti gli strumenti sono adatti a tutti i generi. Ad esempio, chi lavora in rock, metal o jazz elettronico trova meno materiale utile rispetto ai generi elettronici. Ciò non rappresenta un limite tecnico, ma una questione di target creativo.

Infine, alcune critiche riguardano i claim automatici su YouTube. Anche se la Certified License risolve quasi sempre la situazione, alcuni utenti raccontano che il processo può risultare inizialmente confuso o stressante. Si tratta comunque di problemi legati agli algoritmi di content-ID delle piattaforme, non a Splice stesso.

Nel complesso, le critiche non intaccano la reputazione generale di Splice: emergono come osservazioni costruttive, più che come veri ostacoli all’uso quotidiano. Questo equilibrio rende la sezione recensioni uno degli elementi più credibili dell’intero articolo.

Alternative a Splice: quando conviene valutare Loopcloud o altri servizi

Anche se splice è diventato un punto di riferimento assoluto per milioni di produttori, esistono alternative valide che possono funzionare meglio in alcuni workflow. Non perché Splice sia limitato, ma perché ogni piattaforma ha un’identità precisa. Conoscere le alternative ti permette di scegliere la soluzione più adatta al tuo stile di produzione, evitando abbonamenti inutili e sfruttando al massimo ciò che davvero ti serve.

La prima e più conosciuta alternativa è Loopcloud, il servizio di casa Loopmasters. La sua forza principale è il sistema basato sul cloud editing: puoi manipolare i sample prima di scaricarli, applicare effetti, time-stretch, pitch-shift, slicing e automazioni direttamente nel player interno. È una funzione imbattibile se ti piace modellare i suoni prima di portarli nella DAW. Però, a differenza di Splice, richiede tempo e una curva di apprendimento maggiore.

Un’altra alternativa è Sounds.com, il servizio creato da Native Instruments. È ben organizzato, pulito, con categorie chiare e una libreria che si integra bene con Maschine e con gli strumenti NI. Tuttavia, rispetto a Splice, è meno aggiornato e meno ricco nelle funzioni intelligenti di ricerca. Il suo valore principale è la compatibilità con l’ecosistema NI.

Per alcuni generi più cinematici o sperimentali, una soluzione alternativa potrebbe essere Artlist Samples (ex Marmoset), utile per progetti audiovisivi e colonne sonore. Offre suoni curati, emozionali, molto organici. Non sostituisce Splice, ma lo affianca per chi lavora con mood atmosferici o produzioni più narrative.

Altre piattaforme, come ADSR Sounds o Noiiz, offrono librerie solide ma meno curate, spesso più dispersive e meno coerenti nel tempo. Sono ottime per pescare suoni specifici, ma non hanno la completezza e la freschezza continua dell’ecosistema Splice.

Il punto centrale è capire cosa vuoi davvero dal tuo servizio di sample. Se cerchi velocità, qualità costante, integrazioni DAW e AI intelligente, Splice rimane difficilissimo da battere. Se invece hai bisogno di editing avanzato pre-download, Loopcloud diventa la scelta naturale. E se cerchi compatibilità totale con Native Instruments, Sounds.com è la soluzione più logica.

Conoscere le alternative non significa abbandonare Splice, ma capire come integrare diversi strumenti nel proprio workflow. E molto spesso, la soluzione migliore è una combinazione ragionata di più piattaforme.

Confronto rapido: sample, AI, integrazione DAW, costi

Per confrontare davvero Splice con le altre piattaforme bisogna analizzare i quattro pilastri fondamentali di qualunque libreria moderna: qualità dei sample, funzioni AI, integrazione con le DAW e modello di costo. Solo osservando questi aspetti affiancati si può capire quale servizio è più adatto a un certo tipo di producer.

Sul fronte dei sample, Splice vince quasi sempre grazie alla sua coerenza qualitativa. Loopcloud ha librerie eccellenti, ma sono più eterogenee. Sounds.com offre suoni di nicchia, molto puliti, ma meno aggiornati. In termini di “percentuale di suoni utilizzabili”, Splice rimane la piattaforma più costante.

Per quanto riguarda l’AI, Splice ha una marcia in più. Le sue funzioni — Suggest, Similar Sounds, Create, CoSo — non cercano di generare musica, ma di aiutarti a trovare alternative intelligenti. Loopcloud ha funzioni interessanti, ma meno profonde. Sounds.com è più tradizionale, con meno elementi di AI avanzata.

Sul piano dell’integrazione DAW, Splice è nettamente superiore. L’integrazione in Ableton Live 12.3, in Pro Tools e in Studio One permette di lavorare senza uscire mai dalla tua sessione. Loopcloud ha un suo plugin, efficace ma più complesso. Sounds.com offre integrazioni limitate.

Infine, c’è il costo. Splice ha piani da $12.99 a $39.99/mese, con crediti accumulabili e un modello trasparente. Loopcloud è più flessibile ma anche più costoso se vuoi le funzioni avanzate. Sounds.com è economico ma meno ricco di contenuti aggiornati.

Il confronto finale è semplice:
• vuoi qualità + velocità + AI + integrazione → Splice
• vuoi editing avanzato sul sample prima del download → Loopcloud
• vuoi suoni puliti per strumenti NI → Sounds.com

La scelta non è una gara: è una questione di workflow. Ma se guardiamo ai quattro pilastri, Splice resta la piattaforma più completa.

Questa immagine offre un confronto visivo immediato tra Splice, Loopcloud e Sounds.com, migliorando la chiarezza della sezione comparativa.

Grafica comparativa con tre card dedicate a Splice, Loopcloud e Sounds.com su sfondo scuro, ciascuna con logo ufficiale e layout minimalista per confronto immediato.
Confronto visivo tra Splice, Loopcloud e Sounds.com: i tre servizi più utilizzati dai produttori.

Questa tabella confronta rapidamente Splice, Loopcloud e Sounds.com, evidenziando librerie, AI, integrazioni e vantaggi distintivi per aiutarti a scegliere la piattaforma più adatta al tuo workflow.

📊 Tabella Confronto Splice vs Loopcloud vs Sounds.com

PiattaformaLibreriaAIIntegrazione DAWPrezzoUnique Advantage
SpliceMolto vasta, aggiornata e con alta qualitàAI curatoriale avanzata (Similar Sounds, Suggest, Create)Integrazione diretta con Ableton Live 12.3, Pro Tools, Studio OneDa $12.99/meseVelocità, qualità costante, best-in-class per workflow rapido
LoopcloudGrande libreria, varietà ampia ma eterogeneaAI di supporto, meno avanzataPlugin dedicato (editor interno molto potente)Da ~$7–15/meseEditing avanzato dei sample prima del download
Sounds.comLibreria curata, forte su generi NIAI minimaIntegrazione con Maschine e strumenti Native InstrumentsDa ~$9.99/mesePerfetta per utenti dell’ecosistema NI

Chi dovrebbe scegliere Splice e chi può preferire un’altra piattaforma

Capire chi dovrebbe scegliere Splice non è difficile: la piattaforma è costruita per una categoria precisa di creatori, e lo fa in modo estremamente efficace. Ma allo stesso tempo, ci sono produttori che possono trovare più utili alternative come Loopcloud o Sounds.com in base alle loro esigenze.

Dovrebbe scegliere splice chi vuole una piattaforma veloce, intuitiva e sempre aggiornata. È perfetto per producer che lavorano spesso, che hanno bisogno di sample pronti all’uso e che apprezzano la qualità costante della libreria. Se ti concentri sul workflow rapido, sulle idee spontanee e sulla capacità di costruire brani con fluidità, Splice è il miglior alleato che puoi avere.

È ideale anche per chi usa Ableton Live, Pro Tools o Studio One, perché l’integrazione nativa rende tutto ancora più immediato. E per chi lavora con un approccio ibrido — sample + strumenti virtuali — Splice è perfetto grazie alla presenza di INSTRUMENT, che offre preset e texture curati, leggeri e coerenti.

Chi può preferire un’altra piattaforma?
Se sei un producer che ama manipolare profondamente i suoni prima ancora di portarli nella DAW, Loopcloud diventa una scelta naturale. Il suo editor avanzato permette di trasformare un campione senza consumare crediti, e questo è un vantaggio enorme per chi preferisce scolpire il suono prima di decidere.

Se invece lavori principalmente con strumenti Native Instruments, Maschine o Komplete, Sounds.com può risultare più comodo grazie alla compatibilità impeccabile con l’ecosistema NI, anche se meno potente sul fronte AI.

Infine, chi compone colonne sonore, musica atmosferica o sound design sperimentale potrebbe trarre valore anche da librerie più artistiche come Artlist Samples, costruite per mood più cinematografici.

In definitiva, Splice è la scelta migliore per la maggior parte dei produttori contemporanei — soprattutto per chi crea musica elettronica, pop, urban, melodic e generi moderni. Le alternative funzionano, ma rispondono a esigenze più specifiche. Splice, invece, è un compagno di lavoro universale, adatto a creatori di ogni livello e stile.

Vale la pena usare Splice? Conclusioni complete e ragionate

Arrivati alla fine di questo percorso, la domanda è semplice: vale davvero la pena usare splice?
E la risposta, almeno per chi produce musica con un approccio moderno, rapido e intenzionale, è sì — e per più motivi di quanti ci si aspetti.

La forza di Splice non è solo nella quantità enorme di suoni, ma nella coerenza dell’esperienza. È una piattaforma che non ti fa perdere tempo, che non ti costringe a cercare in mezzo a file inutili, che non ti confonde con interfacce complesse. È costruita per farti entrare subito nel cuore della produzione, per darti ciò che ti serve nel momento esatto in cui ti serve. E questo, in un mondo in cui il tempo creativo è spesso frammentato, è un vantaggio che vale da solo l’abbonamento.

La qualità dei sample è uno degli aspetti più sorprendenti: puoi scorrere loop per minuti interi senza inciampare in suoni mediocri o mal prodotti. Ogni elemento è pensato per suonare bene da subito, con un livello di cura che si percepisce anche nelle produzioni più semplici. Questo significa che puoi costruire brani puliti, coerenti e professionali senza dover passare ore a riparare materiali difettosi.

Le funzioni di intelligenza artificiale aggiungono un altro livello di potenza. Non fanno musica al posto tuo, non ti tolgono la creatività dalle mani: ti guidano, ti suggeriscono, ti mostrano direzioni che forse non avevi considerato. Sono strumenti pensati per stimolare, non per sostituire. E quando lavori con poco tempo o ti senti bloccato, questa forma di assistenza diventa oro puro.

L’integrazione con le DAW è la ciliegina sulla torta. Poter lavorare senza mai uscire dal proprio ambiente di produzione, vedere i sample direttamente dove servono e ascoltarli sincronizzati al progetto rende l’esperienza fluida e professionale. È uno di quei miglioramenti che cambi una volta e non torni più indietro.

Naturalmente, Splice non è perfetto: può essere costoso nel lungo periodo se non produci con costanza, e usare i sample più popolari senza modificarli può portare a risultati già sentiti. Ma questi non sono veri difetti: sono aspetti che puoi gestire con consapevolezza, imparando a selezionare, manipolare e integrare solo ciò che aggiunge valore alla tua identità sonora.

In definitiva, splice è uno strumento che amplifica ciò che sei come producer. Non ti sostituisce, ti potenzia. Non ti limita, ti libera. È un compagno di lavoro che cresce con te, capace di offrirti un equilibrio raro tra velocità, ispirazione e qualità.
E se cerchi un ambiente che rispetti il tuo tempo e valorizzi la tua creatività, allora sì: vale davvero la pena usarlo.

FAQ su Splice – Domande e Risposte Utili per Produttori e Creatori

Cos’è Splice e a cosa serve?

Splice è una piattaforma dedicata a sample, preset, strumenti virtuali e plugin professionali. Offre una libreria enorme di suoni royalty-free, funzioni AI intelligenti e integrazioni dirette con le principali DAW per velocizzare il workflow creativo.

Splice è davvero royalty-free

Sì. Tutti i sample scaricati da Splice sono 100% royalty-free e utilizzabili in produzioni commerciali, sync, streaming, contenuti social, live set e pubblicazioni ufficiali senza costi aggiuntivi.

Quanto costa Splice al mese?

piani principali partono da $12.99/mese (Sounds+), $19.99/mese (Creator) e $39.99/mese (Creator+). Ogni piano offre un numero diverso di crediti mensili, accumulabili nel tempo.

I sample scaricati rimangono miei se disdico l’abbonamento?

Sì. Tutti i contenuti già scaricati restano tuoi per sempre, anche dopo la disattivazione del piano. La licenza è perpetua.

Cosa fa l’intelligenza artificiale di Splice?

L’AI di Splice analizza tempo, tonalità, timbro e contesto del tuo progetto per suggerirti suoni compatibili, alternative simili e combinazioni intelligenti. Non genera musica, ma ti aiuta a trovare più velocemente ciò che ti serve.

Cos’è Splice Bridge e come funziona?

Splice Bridge è un plugin che permette di ascoltare i sample sincronizzati alla DAW prima di scaricarli. Puoi testare un suono nella tua traccia senza consumare crediti.

Cosa significa Rent-to-Own?

È un sistema che ti permette di “affittare” mensilmente un plugin professionale (di solito $9.99/mese). Una volta raggiunto il prezzo totale del plugin, la licenza diventa tua per sempre, senza interessi o extra.

Posso usare i sample di Splice nei video su YouTube o TikTok?

Assolutamente sì. Se ricevi claim Content ID, puoi caricare la Certified License fornita da Splice per dimostrare la provenienza del suono.

Splice funziona con Ableton Live 12.3?

Sì. Live 12.3 integra Splice nel Browser nativo, permettendo di cercare e trascinare i sample direttamente nella sessione senza passaggi esterni.

❓ Qual è l’alternativa migliore a Splice?

Loopcloud è la principale alternativa, ottima se vuoi modificare i sample prima del download. Sounds.com è ideale per chi usa Native Instruments. Tuttavia, per velocità, AI e integrazione, Splice resta la soluzione più completa.

Vuoi provare tutta la potenza di Splice gratuitamente?

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